EX S. C. RITUUM 435

esemplare di virtù da essere di edificazione a tutta quella co- munità ed aggiungo, che avendo avuto maestra del noviziato una suora molto severa, la S. d. D. in nulla mai fece qualsiasi lamento ». Postquam vero Filiarum a Caritate societatem per vim reliquit nec tunc absque obedientia vivendum esse cogi- tavit, quamvis vincula quibus, iam obnoxia erat, temporum ne- cessitate soluta essent; at contra consilio maiorum semper et ubique cessit. E multis itaque, quae proferre testimonia possu- mus, unum, licet longiusculum, apposite seligimus, in quo, primo adspectu, intueri potestis ea omnia, quae Ioanna Antida nostra effecit ut debitam Deo ac superioribus ecclesiasticis obedien- tiam exhiberet. Docet enim laudatus Testis II : « Dalla sua enun- ciata tradizione tramandataci dalle suore contemporanee della S. d. D., tra le quali ricordo specialmente suor Vittoria Bartho- lemont stata Provinciale nella Savoia e la fu suor Elisabetta che fu la prima compagna della Serva di Dio, allorché questa cominciò 1' opera della fondazione del nostro Istituto, ho ap- preso che la S. d. D. essendo nella Svizzera s'incontrò ivi con due Vicarii generali di Besanzone esuli per la rivoluzione do- minante in Francia i quali l'esortarono a ritornare a Besanzone, ed ivi aprire una scuola per l'istruzione della gioventù, assicu- randola che sarebbe stata tranquilla anche da parte della ri- voluzione. Di quei due Vicarii ricordo soltanto un tale Bacoffe, il quale fu poi direttore della S. d. D. e dell'opera da lei fon- data. La S. d. D. ubbidì e restituitasi al suo paese nativo in Besanzone prese in fìtto una casa, ivi aprì una scuola per le fanciulle e per tre mesi continui essa sola si occupò d'istruire le fanciulle, che di giorno in giorno crebbero di numero, sino ad addivenire affollata la scuola stessa, giacché fu riconosciuto a prove di fatti assai profìcua e di grande vantaggio alia Chiesa ed alla società. Quello poi che fa meraviglia si è che la S. d. D. senza mai stancarsi oltre all'attendere alla sua scuola sapeva trovar tempo di visitare ed assistere agli infermi, ai quali pro- digava ogni sua cura caritativa, aiutandoli colle medicine ed altri mezzi curativi, le quali due opere, quella cioè della scuola e quella dell'assistere agli infermi ebbero tale un successo, che gli slessi amministratori delle opere di beneficenza commisero alla S. d. D. la distribuzione delle medicine e degli altri soc- corsi agli ammalati. A capo dei detti tre mesi, si unì alla S. d. D. la sunnominata suor Elisabetta, e indi a poco altre due: per lo