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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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Tommaso da Celano.6 Per la Chiesa antica, la festa delle feste era la Pasqua:
nella risurrezione, Cristo aveva sfondato le porte della morte e cosı̀ aveva
radicalmente cambiato il mondo: aveva creato per l'uomo un posto in Dio
stesso. Ebbene, Francesco non ha cambiato, non ha voluto cambiare questa
gerarchia oggettiva delle feste, l'interna struttura della fede con il suo centro
nel mistero pasquale. Tuttavia, attraverso di lui e mediante il suo modo di
credere è accaduto qualcosa di nuovo: Francesco ha scoperto in una profon-
dità tutta nuova l'umanità di Gesù. Questo essere uomo da parte di Dio gli si
rese evidente al massimo nel momento in cui il Figlio di Dio, nato dalla
Vergine Maria, fu avvolto in fasce e venne posto in una mangiatoia. La
risurrezione presuppone l'incarnazione. Il Figlio di Dio come bambino, come
vero figlio di uomo - questo toccò profondamente il cuore del Santo di
Assisi, trasformando la fede in amore. « Apparvero la bontà di Dio e il suo
amore per gli uomini »: questa frase di san Paolo acquistava cosı̀ una profon-
dità tutta nuova. Nel bambino nella stalla di Betlemme, si può, per cosı̀ dire,
toccare Dio e accarezzarlo. Cosı̀ l'anno liturgico ha ricevuto un secondo cen-
tro in una festa che è, anzitutto, una festa del cuore.
Tutto ciò non ha niente di sentimentalismo. Proprio nella nuova esperien-
za della realtà dell'umanità di Gesù si rivela il grande mistero della fede.
Francesco amava Gesù, il bambino, perché in questo essere bambino gli si
rese chiara l'umiltà di Dio. Dio è diventato povero. Il suo Figlio è nato nella
povertà della stalla. Nel bambino Gesù, Dio si è fatto dipendente, bisognoso
dell'amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro - il nostro -
amore. Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abba-
gliante nasconde il mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci invita all'umiltà
e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con
lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di
esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire cosı̀ la vera gioia
e la vera luce.
Sulla mangiatoia, che stava tra il bue e l'asino, Francesco faceva celebrare
la santissima Eucaristia.7 Successivamente, sopra questa mangiatoia venne
costruito un altare, affinché là dove un tempo gli animali avevano mangiato
il fieno, ora gli uomini potessero ricevere, per la salvezza dell'anima e
del corpo, la carne dell'Agnello immacolato Gesù Cristo, come racconta il
6 Ivi. 7 Cfr 1 Celano, 85: Fonti, 469.