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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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Acta Benedicti Pp. XVI 11
l'umanità e liberarla dal peccato e dalla morte, per elevare l'uomo alla dignità
di figlio di Dio. Il Natale non richiama solo il compimento storico di questa
verità che ci riguarda direttamente, ma, in modo misterioso e reale, ce la dona
di nuovo.
Come è suggestivo, in questo tramonto di un anno, riascoltare l'annuncio
gioioso che l'apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani della Galazia: « Quando
venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato
sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessi-
mo l'adozione a figli ».1 Queste parole raggiungono il cuore della storia di tutti
e la illuminano, anzi la salvano, perché dal giorno del Natale del Signore è
venuta a noi la pienezza del tempo. Non c'è, dunque, più spazio per l'angoscia
di fronte al tempo che scorre e non ritorna; c'è adesso lo spazio per una
illimitata fiducia in Dio, da cui sappiamo di essere amati, per il quale viviamo
e al quale la nostra vita è orientata in attesa del suo definitivo ritorno. Da
quando il Salvatore è disceso dal Cielo, l'uomo non è più schiavo di un tempo
che passa senza un perché, o che è segnato dalla fatica, dalla tristezza, dal
dolore. L'uomo è figlio di un Dio che è entrato nel tempo per riscattare il
tempo dal non senso o dalla negatività e che ha riscattato l'umanità intera,
donandole come nuova prospettiva di vita l'amore, che è eterno.
La Chiesa vive e professa questa verità ed intende proclamarla ancora
oggi con rinnovato vigore spirituale. In questa celebrazione abbiamo speciali
ragioni di lodare Dio per il suo mistero di salvezza, operante nel mondo
mediante il ministero ecclesiale. Abbiamo tanti motivi di ringraziamento al
Signore per ciò che la nostra comunità ecclesiale, nel cuore della Chiesa uni-
versale, compie al servizio del Vangelo in questa Città. A tale proposito,
unitamente al Cardinale Vicario, Agostino Vallini, ai Vescovi Ausiliari, ai
Parroci e all'intero presbiterio diocesano, desidero ringraziare il Signore, in
particolare, per il promettente cammino comunitario volto ad adeguare alle
esigenze del nostro tempo la pastorale ordinaria, attraverso il progetto «Ap-
partenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale ». Esso ha l'obiettivo di
porre l'evangelizzazione al primo posto, al fine di rendere più responsabile
e fruttuosa la partecipazione dei fedeli ai Sacramenti, cosı̀ che ciascuno possa
parlare di Dio all'uomo contemporaneo e annunciare con incisività il Vangelo
a quanti non lo hanno mai conosciuto o lo hanno dimenticato.
1 Gal 4, 4-5.