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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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vare l'impegno per la promozione della pace nel mondo; il Presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che con il Segretario e i
Collaboratori lavorano in modo speciale per questa finalità; gli altri Presuli
ed Autorità presenti; i rappresentanti di Associazioni e Movimenti ecclesiali e
tutti voi, fratelli e sorelle, in particolare quanti tra voi lavorano nel campo
dell'educazione dei giovani. Infatti - come sapete - la prospettiva educa-
tiva è quella che ho seguito nel mio Messaggio di quest'anno.
« Educare i giovani alla giustizia e alla pace » è compito che riguarda ogni
generazione, e, grazie a Dio, la famiglia umana, dopo le tragedie delle due
grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre più consapevole, come
attestano, da una parte, dichiarazioni e iniziative internazionali e, dall'altra,
l'affermarsi tra i giovani stessi, negli ultimi decenni, di tante e diverse forme
di impegno sociale in questo campo. Per la Comunità ecclesiale educare alla
pace rientra nella missione ricevuta da Cristo, fa parte integrante dell'evan-
gelizzazione, perché il Vangelo di Cristo è anche il Vangelo della giustizia e
della pace. Ma la Chiesa, negli ultimi tempi, si è fatta interprete di una
esigenza che coinvolge tutte le coscienze più sensibili e responsabili per le
sorti dell'umanità: l'esigenza di rispondere ad una sfida decisiva che è appun-
to quella educativa. Perché « sfida »? Almeno per due motivi: in primo luogo,
perché nell'era attuale, fortemente caratterizzata dalla mentalità tecnologica,
voler educare e non solo istruire non è scontato, ma è una scelta; in secondo
luogo, perché la cultura relativista pone una questione radicale: ha ancora
senso educare?, e poi educare a che cosa?
Naturalmente non possiamo ora affrontare queste domande di fondo, alle
quali ho cercato di rispondere in altre occasioni. Vorrei invece sottolineare
che, di fronte alle ombre che oggi oscurano l'orizzonte del mondo, assumersi
la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori
fondamentali dell'esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, signi-
fica guardare al futuro con speranza. E in questo impegno per un'educazione
integrale, entra anche la formazione alla giustizia e alla pace. I ragazzi e le
ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per cosı̀ dire, più
piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non
sempre diretti, sono costanti. Per loro, oggi più che mai, è indispensabile
imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto recipro-
co, del dialogo e della comprensione. I giovani sono per loro natura aperti a
questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli
a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una