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Acta Benedicti Pp. XVI 19
modo immediato. E cosı̀ noi, nella stragrande maggioranza, siamo ben dispo-
sti a rimandarle. Prima di tutto si fa ciò che qui ed ora appare urgente.
Nell'elenco delle priorità Dio si trova spesso quasi all'ultimo posto. Questo
- si pensa - si potrà fare sempre. Il Vangelo ci dice: Dio ha la massima
priorità. Se qualcosa nella nostra vita merita fretta senza indugio, ciò è,
allora, soltanto la causa di Dio. Una massima della Regola di san Benedetto
dice: « Non anteporre nulla all'opera di Dio (cioè all'ufficio divino) ». La Li-
turgia è per i monaci la prima priorità. Tutto il resto viene dopo. Nel suo
nucleo, però, questa frase vale per ogni uomo. Dio è importante, la realtà più
importante in assoluto nella nostra vita. Proprio questa priorità ci insegnano
i pastori. Da loro vogliamo imparare a non lasciarci schiacciare da tutte le
cose urgenti della vita quotidiana. Da loro vogliamo apprendere la libertà
interiore di mettere in secondo piano altre occupazioni - per quanto impor-
tanti esse siano - per avviarci verso Dio, per lasciarlo entrare nella nostra
vita e nel nostro tempo. Il tempo impegnato per Dio e, a partire da Lui, per il
prossimo non è mai tempo perso. È il tempo in cui viviamo veramente, in cui
viviamo lo stesso essere persone umane.
Alcuni commentatori fanno notare che per primi i pastori, le anime sem-
plici, sono venuti da Gesù nella mangiatoia e hanno potuto incontrare il
Redentore del mondo. I sapienti venuti dall'Oriente, i rappresentanti di co-
loro che hanno rango e nome, vennero molto più tardi. I commentatori
aggiungono: questo è del tutto ovvio. I pastori, infatti, abitavano accanto.
Essi non dovevano che « attraversare » 6 come si attraversa un breve spazio
per andare dai vicini. I sapienti, invece, abitavano lontano. Essi dovevano
percorrere una via lunga e difficile, per arrivare a Betlemme. E avevano
bisogno di guida e di indicazione. Ebbene, anche oggi esistono anime semplici
ed umili che abitano molto vicino al Signore. Essi sono, per cosı̀ dire, i suoi
vicini e possono facilmente andare da Lui. Ma la maggior parte di noi uomini
moderni vive lontana da Gesù Cristo, da Colui che si è fatto uomo, dal Dio
venuto in mezzo a noi. Viviamo in filosofie, in affari e occupazioni che ci
riempiono totalmente e dai quali il cammino verso la mangiatoia è molto
lungo. In molteplici modi Dio deve ripetutamente spingerci e darci una mano,
affinché possiamo trovare l'uscita dal groviglio dei nostri pensieri e dei nostri
impegni e trovare la via verso di Lui. Ma per tutti c'è una via. Per tutti il
Signore dispone segnali adatti a ciascuno. Egli chiama tutti noi, perché anche
6 Cfr. Lc 2, 15.