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noi si possa dire: Orsù, « attraversiamo », andiamo a Betlemme - verso quel
Dio, che ci è venuto incontro. Sı̀, Dio si è incamminato verso di noi. Da soli
non potremmo giungere fino a Lui. La via supera le nostre forze. Ma Dio è
disceso. Egli ci viene incontro. Egli ha percorso la parte più lunga del cam-
mino. Ora ci chiede: Venite e vedete quanto vi amo. Venite e vedete che io
sono qui. Transeamus usque Bethleem, dice la Bibbia latina. Andiamo di là!
Oltrepassiamo noi stessi! Facciamoci viandanti verso Dio in molteplici modi:
nell'essere interiormente in cammino verso di Lui. E tuttavia anche in cam-
mini molto concreti - nella Liturgia della Chiesa, nel servizio al prossimo, in
cui Cristo mi attende.
Ascoltiamo ancora una volta direttamente il Vangelo. I pastori si dicono
l'un l'altro il motivo per cui si mettono in cammino: « Vediamo questo av-
venimento ». Letteralmente il testo greco dice: « Vediamo questa Parola, che
lı̀ è accaduta ». Sı̀, tale è la novità di questa notte: la Parola può essere
guardata. Poiché si è fatta carne. Quel Dio di cui non si deve fare alcuna
immagine, perché ogni immagine potrebbe solo ridurlo, anzi travisarlo, quel
Dio si è reso, Egli stesso, visibile in Colui che è la sua vera immagine, come
dice Paolo.7 Nella figura di Gesù Cristo, in tutto il suo vivere ed operare, nel
suo morire e risorgere, possiamo guardare la Parola di Dio e quindi il mistero
dello stesso Dio vivente. Dio è cosı̀. L'Angelo aveva detto ai pastori: « Questo
per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una
mangiatoia ».8 Il segno di Dio, il segno che viene dato ai pastori e a noi,
non è un miracolo emozionante. Il segno di Dio è la sua umiltà. Il segno di
Dio è che Egli si fa piccolo; diventa bambino; si lascia toccare e chiede il
nostro amore. Quanto desidereremmo noi uomini un segno diverso, impo-
nente, inconfutabile del potere di Dio e della sua grandezza. Ma il suo segno
ci invita alla fede e all'amore, e pertanto ci dà speranza: cosı̀ è Dio. Egli
possiede il potere ed è la Bontà. Ci invita a diventare simili a Lui. Sı̀, diven-
tiamo simili a Dio, se ci lasciamo plasmare da questo segno; se impariamo,
noi stessi, l'umiltà e cosı̀ la vera grandezza; se rinunciamo alla violenza ed
usiamo solo le armi della verità e dell'amore. Origene, seguendo una parola
di Giovanni Battista, ha visto espressa l'essenza del paganesimo nel simbolo
delle pietre: paganesimo è mancanza di sensibilità, significa un cuore di
pietra, che è incapace di amare e di percepire l'amore di Dio. Origene dice
dei pagani: « Privi di sentimento e di ragione, si trasformano in pietre e in
7 Cfr. 2 Cor 4, 4; Col 1, 15. 8 Lc 2, 12; cfr. 16.