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la storia dell'uomo si è aperta al compimento nell'assoluto di Dio. Il tempo è
stato - per cosı̀ dire - « toccato » da Cristo, il Figlio di Dio e di Maria, e da
lui ha ricevuto significati nuovi e sorprendenti: è diventato tempo di salvezza
e di grazia. Proprio in questa prospettiva dobbiamo considerare il tempo
dell'anno che si chiude e di quello che inizia, per porre le più diverse vicende
della nostra vita - importanti o piccole, semplici o indecifrabili, gioiose o
tristi - sotto il segno della salvezza ed accogliere la chiamata che Dio ci
rivolge per condurci verso una meta che è oltre il tempo stesso: l'eternità.
Il testo paolino vuole anche sottolineare il mistero della vicinanza di Dio
all'intera umanità. È la vicinanza propria del mistero del Natale: Dio si fa
uomo e all'uomo viene data l'inaudita possibilità di essere figlio di Dio. Tutto
questo ci riempie di gioia grande e ci porta ad elevare la lode a Dio. Siamo
chiamati a dire con la voce, il cuore e la vita il nostro « grazie » a Dio per il
dono del Figlio, fonte e compimento di tutti gli altri doni con i quali l'amore
divino colma l'esistenza di ciascuno di noi, delle famiglie, delle comunità,
della Chiesa e del mondo. Il canto del Te Deum, che oggi risuona nelle Chiese
di ogni parte della terra, vuole essere un segno della gioiosa gratitudine che
rivolgiamo a Dio per quanto ci ha offerto in Cristo. Davvero « dalla sua
pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia ».2
Seguendo una felice consuetudine, questa sera vorrei insieme con voi
ringraziare il Signore, in particolare, per le grazie sovrabbondanti elargite
alla nostra comunità diocesana di Roma nel corso dell'anno che volge al
termine. Desidero rivolgere, innanzitutto, un particolare saluto al Cardinale
Vicario, ai Vescovi Ausiliari, ai sacerdoti, alle persone consacrate, come pure
ai tanti fedeli laici qui convenuti. Saluto, altresı̀, con deferente cordialità il
Signor Sindaco e le Autorità presenti. Il mio pensiero si estende poi a chiun-
que vive nella nostra Città, in particolare a quanti si trovano in situazioni di
difficoltà e di disagio: a tutti e a ciascuno assicuro la mia vicinanza spirituale,
avvalorata dal costante ricordo nella preghiera.
Per quanto riguarda il cammino della Diocesi di Roma, rinnovo il mio
apprezzamento per la scelta pastorale di dedicare tempo ad una verifica
dell'itinerario percorso, al fine di accrescere il senso di appartenenza alla
Chiesa e favorire la corresponsabilità pastorale. Per sottolineare l'importanza
di questa verifica, anch'io ho voluto offrire il mio contributo, intervenendo,
nel pomeriggio del 26 maggio scorso, al Convegno diocesano in San Giovanni
2 Gv 1, 16.