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Acta Benedicti Pp. XVI 27
e rispettarci quali realmente siamo, cioè fratelli, abbiamo bisogno di riferirci
al volto di un Padre comune, che tutti ci ama, malgrado i nostri limiti e i
nostri errori.
Fin da piccoli, è importante essere educati al rispetto dell'altro, anche
quando è differente da noi. Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi
scolastiche composte da bambini di varie nazionalità, ma anche quando ciò
non avviene, i loro volti sono una profezia dell'umanità che siamo chiamati a
formare: una famiglia di famiglie e di popoli. Più sono piccoli questi bambini,
e più suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un'innocenza e una fratellanza
che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello
stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano
insieme... I volti dei bambini sono come un riflesso della visione di Dio sul
mondo. Perché allora spegnere i loro sorrisi? Perché avvelenare i loro cuori?
Purtroppo, l'icona della Madre di Dio della tenerezza trova il suo tragico
contrario nelle dolorose immagini di tanti bambini e delle loro madri in balia
di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti forzati. Volti scavati dalla
fame e dalle malattie, volti sfigurati dal dolore e dalla disperazione. I volti dei
piccoli innocenti sono un appello silenzioso alla nostra responsabilità: di
fronte alla loro condizione inerme, crollano tutte le false giustificazioni della
guerra e della violenza. Dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di
pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un
mondo più degno dell'uomo.
Il mio Messaggio per l'odierna XLIII Giornata Mondiale della Pace: « Se
vuoi coltivare la pace, custodisci il creato », si pone all'interno della prospet-
tiva del volto di Dio e dei volti umani. Possiamo, infatti, affermare che
l'uomo è capace di rispettare le creature nella misura in cui porta nel proprio
spirito un senso pieno della vita, altrimenti sarà portato a disprezzare se
stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto dell'ambiente in cui vive,
del creato. Chi sa riconoscere nel cosmo i riflessi del volto invisibile del Crea-
tore, è portato ad avere maggiore amore per le creature, maggiore sensibilità
per il loro valore simbolico. Specialmente il Libro dei Salmi è ricco di testi-
monianze di questo modo propriamente umano di relazionarsi con la natura:
con il cielo, il mare, i monti, le colline, i fiumi, gli animali... « Quante sono le
tue opere, Signore! - esclama il Salmista - / Le hai fatte tutte con saggezza;
/ la terra è piena delle tue creature ».13
13 Sal 104/103, 24.