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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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del bene, il pentimento per non aver risposto a questo amore, e chiedo da Dio,
che è il Bene, il perdono, Egli lo dona. Ma c'è un secondo elemento: il peccato
non è solamente una cosa « personale », individuale, tra me e Dio. Il peccato
ha sempre anche una dimensione sociale, orizzontale. Con il mio peccato
personale, anche se forse nessuno lo sa, ho danneggiato anche la comunione
della Chiesa, ho sporcato la comunione della Chiesa, ho sporcato l'umanità. E
perciò questa dimensione sociale, orizzontale, del peccato esige che sia assolto
anche a livello della comunità umana, della comunità della Chiesa, quasi
corporalmente. Quindi, questa seconda dimensione del peccato, che non è
solo contro Dio ma concerne anche la comunità, esige il Sacramento, e il
Sacramento è il grande dono nel quale posso, nella confessione, liberarmi
da questa cosa e posso realmente ricevere il perdono anche nel senso di una
piena riammissione nella comunità della Chiesa viva, del Corpo di Cristo. E
cosı̀, in questo senso, l'assoluzione necessaria da parte del sacerdote, il Sa-
cramento, non è un'imposizione che - diciamo - limita la bontà di Dio, ma,
al contrario, è un'espressione della bontà di Dio perché mi dimostra che anche
concretamente, nella comunione della Chiesa, ho ricevuto il perdono e posso
ricominciare di nuovo. Quindi, io direi di tenere presenti queste due dimen-
sioni: quella verticale, con Dio, e quella orizzontale, con la comunità della
Chiesa e dell'umanità. L'assoluzione del prete, l'assoluzione sacramentale è
necessaria per assolvermi realmente da questo legame del male e re-integrar-
mi nella volontà di Dio, nell'ottica di Dio, completamente, nella sua Chiesa, e
darmi la certezza, anche quasi corporale, sacramentale: Dio mi perdona, mi
riceve nella comunità dei suoi figli. Penso che dobbiamo imparare a capire il
Sacramento della Penitenza in questo senso: una possibilità di trovare, quasi
corporalmente, la bontà del Signore, la certezza della riconciliazione.
Domanda - Santità, mi chiamo Nwaihim Ndubuisi, reparto G11. Santo
Padre, lo scorso mese è stato in visita pastorale in Africa, nella piccola
nazione del Benin, una delle nazioni più povere del mondo. Ha visto la fede
e la passione di quegli uomini verso Gesù Cristo. Ha visto persone soffrire per
cause diverse: razzismo, fame, lavoro minorile... Le chiedo: loro pongono la
speranza e la fede in Dio e muoiono tra povertà e violenze. Perché Dio non li
ascolta? Forse Dio ascolta solo i ricchi e i potenti che invece non hanno fede?
Grazie, Santo Padre.