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Acta Benedicti Pp. XVI 33
per il generoso e competente servizio che prestate al Vicario di Cristo e alla
Chiesa.
Un altro anno ricco di avvenimenti importanti per la Chiesa e per il
mondo volge al termine. Con uno sguardo retrospettivo pieno di gratitudine
vorrei in quest'ora richiamare l'attenzione solo su alcuni punti-chiave per la
vita ecclesiale. Dall'Anno Paolino si è passati all'Anno Sacerdotale. Dalla
figura imponente dell'Apostolo delle Genti che, colpito dalla luce del Cristo
risorto e dalla sua chiamata, ha portato il Vangelo ai popoli del mondo, siamo
passati alla figura umile del Curato d'Ars, che per tutta la sua vita è rimasto
nel piccolo paese che gli era stato affidato e che, tuttavia, proprio nell'umiltà
del suo servizio ha reso ampiamente visibile nel mondo la bontà riconciliatrice
di Dio. A partire da ambedue le figure si manifesta l'ampia portata del
ministero sacerdotale e diventa evidente come è grande proprio ciò che è
piccolo e come, attraverso il servizio apparentemente piccolo di un uomo,
Dio possa operare cose grandi, purificare e rinnovare il mondo dal di dentro.
Per la Chiesa e per me personalmente, l'anno che si sta chiudendo è stato
in gran parte nel segno dell'Africa. C'era innanzitutto il viaggio in Camerun
ed Angola. Era commovente per me sperimentare la grande cordialità con cui
il Successore di Pietro, il Vicarius Christi, veniva accolto. La gioia festosa e
l'affetto cordiale, che mi venivano incontro su tutte le strade, non riguarda-
vano, appunto, semplicemente un qualsiasi ospite casuale. Nell'incontro col
Papa si rendeva sperimentabile la Chiesa universale, la comunità che abbrac-
cia il mondo e che viene radunata da Dio mediante Cristo - la comunità che
non è fondata su interessi umani, ma che ci è offerta dall'attenzione amore-
vole di Dio per noi. Tutti insieme siamo famiglia di Dio, fratelli e sorelle in
virtù di un unico Padre: questa è stata l'esperienza vissuta. E si sperimentava
che l'attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato
e neppure cosa di teorie erudite, ma una realtà del tutto concreta qui ed ora.
Proprio Lui è in mezzo a noi: questo abbiamo percepito attraverso il mini-
stero del Successore di Pietro. Cosı̀ eravamo elevati al di sopra della semplice
quotidianità. Il cielo era aperto, e questo è ciò che fa di un giorno una festa.
Ed è al contempo qualcosa di duraturo. Continua ad essere vero, anche nella
vita quotidiana, che il cielo non è più chiuso; che Dio è vicino; che in Cristo
tutti ci apparteniamo a vicenda.
In modo particolarmente profondo si è impresso nella mia memoria il
ricordo delle Celebrazioni liturgiche. Le Celebrazioni della Santa Eucaristia
erano vere feste della fede. Vorrei menzionare due elementi che mi sembrano