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Acta Benedicti Pp. XVI 37
tuità: la disponibilità a fare il primo passo. Per primi andare incontro all'al-
tro, offrirgli la riconciliazione, assumersi la sofferenza che comporta la rinun-
cia al proprio aver ragione. Non cedere nella volontà di riconciliazione: di
questo Dio ci ha dato l'esempio, ed è questo il modo per diventare simili a
Lui, un atteggiamento di cui sempre di nuovo abbiamo bisogno nel mondo.
Dobbiamo oggi apprendere nuovamente la capacità di riconoscere la colpa,
dobbiamo scuoterci di dosso l'illusione di essere innocenti. Dobbiamo appren-
dere la capacità di far penitenza, di lasciarci trasformare; di andare incontro
all'altro e di farci donare da Dio il coraggio e la forza per un tale rinnova-
mento. In questo nostro mondo di oggi dobbiamo riscoprire il Sacramento
della penitenza e della riconciliazione. Il fatto che esso in gran parte sia
scomparso dalle abitudini esistenziali dei cristiani è un sintomo di una perdita
di veracità nei confronti di noi stessi e di Dio; una perdita, che mette in
pericolo la nostra umanità e diminuisce la nostra capacità di pace. San Bo-
naventura era dell'opinione che il Sacramento della penitenza fosse un Sa-
cramento dell'umanità in quanto tale, un Sacramento che Dio aveva istituito
nella sua essenza già immediatamente dopo il peccato originale con la peni-
tenza imposta ad Adamo, anche se ha potuto ottenere la sua forma completa
solo in Cristo, che è personalmente la forza riconciliatrice di Dio e ha preso su
di sé la nostra penitenza. In effetti, l'unità di colpa, penitenza e perdono è
una delle condizioni fondamentali della vera umanità, condizioni che nel
Sacramento ottengono la loro forma completa, ma che, a partire dalle loro
radici, fanno parte dell'essere persone umane come tale. Il Sinodo dei Vescovi
per l'Africa ha pertanto a ragione incluso nelle sue riflessioni anche rituali di
riconciliazione della tradizione africana come luoghi di apprendimento e di
preparazione per la grande riconciliazione che Dio dona nel Sacramento della
penitenza. Questa riconciliazione, però, richiede l'ampio « atrio » del ricono-
scimento della colpa e dell'umiltà della penitenza. Riconciliazione è un con-
cetto pre-politico e una realtà pre-politica, che proprio per questo è della
massima importanza per il compito della stessa politica. Se non si crea nei
cuori la forza della riconciliazione, manca all'impegno politico per la pace il
presupposto interiore. Nel Sinodo i Pastori della Chiesa si sono impegnati per
quella purificazione interiore dell'uomo che costituisce l'essenziale condizione
preliminare per l'edificazione della giustizia e della pace. Ma tale purifica-
zione e maturazione interiore verso una vera umanità non possono esistere
senza Dio.