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Riconciliazione - con questa parola-chiave mi torna alla mente il secon-
do grande viaggio dell'anno che si chiude: il pellegrinaggio in Giordania ed in
Terra Santa. Al riguardo vorrei innanzitutto ringraziare cordialmente il Re di
Giordania per la grande ospitalità con cui mi ha accolto ed accompagnato
lungo tutto lo svolgimento del mio pellegrinaggio. La mia gratitudine riguar-
da in modo particolare anche la maniera esemplare con cui egli si impegna per
la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani, per il rispetto nei confronti
della religione dell'altro e per la collaborazione nella comune responsabilità
davanti a Dio. Ringrazio di cuore anche il governo d'Israele per tutto ciò che
ha fatto affinché la visita potesse svolgersi pacificamente ed in sicurezza.
Sono particolarmente grato per la possibilità concessami di celebrare due
grandi liturgie pubbliche - a Gerusalemme e a Nazaret - in cui i cristiani
hanno potuto presentarsi pubblicamente come comunità di fede in Terra
Santa. Infine, il mio ringraziamento si rivolge all'Autorità palestinese che
mi ha accolto, anch'essa, con grande cordialità; essa pure mi ha reso possibile
una Celebrazione liturgica pubblica a Betlemme, e mi ha fatto conoscere le
sofferenze come anche le speranze del suo Territorio. Tutto ciò che si può
vedere in quei Paesi, invoca riconciliazione, giustizia, pace. La visita a Yad
Vashem ha significato un incontro sconvolgente con la crudeltà della colpa
umana, con l'odio di un'ideologia accecata che, senza alcuna giustificazione,
ha consegnato milioni di persone umane alla morte e che con ciò, in ultima
analisi, ha voluto cacciare dal mondo anche Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e
di Giacobbe e il Dio di Gesù Cristo. Cosı̀ questo è in primo luogo un monu-
mento commemorativo contro l'odio, un richiamo accorato alla purificazione
e al perdono, all'amore. Proprio questo monumento alla colpa umana ha reso
poi tanto più importante la visita ai luoghi della memoria della fede e ha fatto
percepire la loro inalterata attualità. In Giordania abbiamo visto il punto più
basso della terra presso il fiume Giordano. Come si potrebbe non sentirsi
richiamati alla parola della Lettera agli Efesini, secondo cui Cristo è « disceso
nelle regioni più basse della terra ».4 In Cristo Dio è disceso fin nell'ultima
profondità dell'essere umano, fin nella notte dell'odio e dell'accecamento, fin
nel buio della lontananza dell'uomo da Dio, per accendere lı̀ la luce del suo
amore. Egli è presente perfino nella notte più profonda: anche negli inferi,
eccoti - questa parola del Salmo 139 [138], 8 è diventata realtà nella discesa
di Gesù. Cosı̀ l'incontro con i luoghi della salvezza nella chiesa dell'annuncia-
4 Eph 4, 9.