ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte

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 Acta Benedicti Pp. XVI 43

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale54

 Acta Benedicti Pp. XVI 55

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale56

 Acta Benedicti Pp. XVI 57

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale58

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 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale64

 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Congregatio pro Episcopis 67

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale68

 Congregatio pro Episcopis 69

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale70

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 71

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale72

 Diarium Romanae Curiae 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Diarium Romanae Curiae 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Diarium Romanae Curiae 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

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me. Ma quello decisivo è, secondo il mio parere, la certezza proveniente dalla

fede: io sono voluto. Ho un compito nella storia. Sono accettato, sono amato.

Josef Pieper, nel suo libro sull'amore, ha mostrato che l'uomo può accettare

se stesso solo se è accettato da qualcun altro. Ha bisogno dell'esserci dell'altro

che gli dice, non soltanto a parole: è bene che tu ci sia. Solo a partire da un

« tu », l'« io » può trovare se stesso. Solo se è accettato, l'« io » può accettare se

stesso. Chi non è amato non può neppure amare se stesso. Questo essere

accolto viene anzitutto dall'altra persona. Ma ogni accoglienza umana è fra-

gile. In fin dei conti abbiamo bisogno di un'accoglienza incondizionata. Solo

se Dio mi accoglie e io ne divento sicuro, so definitivamente: è bene che io ci

sia. È bene essere una persona umana. Dove viene meno la percezione del-

l'uomo di essere accolto da parte di Dio, di essere amato da Lui, la domanda

se sia veramente bene esistere come persona umana non trova più alcuna

risposta. Il dubbio circa l'esistenza umana diventa sempre più insuperabile.

Laddove diventa dominante il dubbio riguardo a Dio, segue inevitabilmente

il dubbio circa lo stesso essere uomini. Vediamo oggi come questo dubbio si

diffonde. Lo vediamo nella mancanza di gioia, nella tristezza interiore che si

può leggere su tanti volti umani. Solo la fede mi dà la certezza: è bene che io ci

sia. È bene esistere come persona umana, anche in tempi difficili. La fede

rende lieti a partire dal di dentro. È questa una delle esperienze meravigliose

delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Porterebbe troppo lontano parlare adesso in modo dettagliato anche del-

l'incontro di Assisi, cosı̀ come meriterebbe l'importanza dell'avvenimento.

Ringraziamo semplicemente Dio perché noi - rappresentanti delle religioni

del mondo e anche rappresentanti del pensiero in ricerca della verità -

abbiamo potuto incontrarci quel giorno in un clima di amicizia e di rispetto

reciproco, nell'amore per la verità e nella comune responsabilità per la pace.

Possiamo quindi sperare che da questo incontro sia nata una nuova disponi-

bilità a servire la pace, la riconciliazione e la giustizia.

Infine, vorrei ringraziare di cuore tutti voi per il sostegno nel portare

avanti la missione che il Signore ci ha affidato come testimoni della sua

verità, e auguro a tutti voi la gioia che Dio, nell'incarnazione del suo Figlio,

ha voluto donarci. Buon Natale a tutti voi! Grazie.