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tramite il creato, si prende cura di noi. D'altra parte, una corretta concezione
del rapporto dell'uomo con l'ambiente non porta ad assolutizzare la natura né
a ritenerla più importante della stessa persona. Se il Magistero della Chiesa
esprime perplessità dinanzi ad una concezione dell'ambiente ispirata all'eco-
centrismo e al biocentrismo, lo fa perché tale concezione elimina la differenza
ontologica e assiologica tra la persona umana e gli altri esseri viventi. In tal
modo, si viene di fatto ad eliminare l'identità e il ruolo superiore dell'uomo,
favorendo una visione egualitaristica della « dignità » di tutti gli esseri viventi.
Si dà adito, cosı̀, ad un nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno
derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvez-
za per l'uomo. La Chiesa invita, invece, ad impostare la questione in modo
equilibrato, nel rispetto della « grammatica » che il Creatore ha inscritto nella
sua opera, affidando all'uomo il ruolo di custode e amministratore responsa-
bile del creato, ruolo di cui non deve certo abusare, ma da cui non può
nemmeno abdicare. Infatti, anche la posizione contraria di assolutizzazione
della tecnica e del potere umano, finisce per essere un grave attentato non
solo alla natura, ma anche alla stessa dignità umana.30
14. Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. La ricerca della pace da
parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz'altro facilitata dal comu-
ne riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri umani
e l'intero creato. Illuminati dalla divina Rivelazione e seguendo la Tradizione
della Chiesa, i cristiani offrono il proprio apporto. Essi considerano il cosmo e
le sue meraviglie alla luce dell'opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo,
che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato con Dio « sia le cose che
stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli » (Col 1, 20). Il Cristo, cro-
cifisso e risorto, ha fatto dono all'umanità del suo Spirito santificatore, che
guida il cammino della storia, in attesa del giorno in cui, con il ritorno
glorioso del Signore, verranno inaugurati « nuovi cieli e una terra nuova »
(2 Pt 3, 13). in cui abiteranno per sempre la giustizia e la pace. Proteggere
l'ambiente naturale per costruire un mondo di pace è, pertanto, dovere di
ogni persona. Ecco una sfida urgente da affrontare con rinnovato e corale
impegno; ecco una provvidenziale opportunità per consegnare alle nuove
generazioni la prospettiva di un futuro migliore per tutti. Ne siano consape-
voli i responsabili delle nazioni e quanti, ad ogni livello, hanno a cuore le sorti
dell'umanità: la salvaguardia del creato e la realizzazione della pace sono
30 Cfr. Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate, 70.