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3. Un terzo elemento, che in modo sempre più naturale e centrale fa parte
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II
Recurrente Universali XLV Die precationi pro pace dicato.
1. L'inizio di un nuovo anno, dono di Dio all'umanità, mi invita a rivol-
gere a tutti, con grande fiducia e affetto, uno speciale augurio per questo
tempo che ci sta dinanzi, perché sia concretamente segnato dalla giustizia
e dalla pace.
Con quale atteggiamento guardare al nuovo anno? Nel Salmo 130 trovia-
mo una bellissima immagine. Il Salmista dice che l'uomo di fede attende il
Signore « più che le sentinelle l'aurora »,1 lo attende con ferma speranza, per-
ché sa che porterà luce, misericordia, salvezza. Tale attesa nasce dall'espe-
rienza del popolo eletto, il quale riconosce di essere educato da Dio a guardare
il mondo nella sua verità e a non lasciarsi abbattere dalle tribolazioni. Vi
invito a guardare il 2012 con questo atteggiamento fiducioso. È vero che
nell'anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta
assillando la società, il mondo del lavoro e l'economia; una crisi le cui radici
sono anzitutto culturali e antropologiche. Sembra quasi che una coltre di
oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza
la luce del giorno.
In questa oscurità il cuore dell'uomo non cessa tuttavia di attendere
l'aurora di cui parla il Salmista. Tale attesa è particolarmente viva e visibile
nei giovani, ed è per questo che il mio pensiero si rivolge a loro considerando il
contributo che possono e debbono offrire alla società. Vorrei dunque presen-
tare il Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace in una prospettiva
educativa: « Educare i giovani alla giustizia e alla pace », nella convinzione che
essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova
speranza al mondo.
Il mio Messaggio si rivolge anche ai genitori, alle famiglie, a tutte le
componenti educative, formative, come pure ai responsabili nei vari ambiti
della vita religiosa, sociale, politica, economica, culturale e della comunica-
zione. Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è
solamente un'opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la
costruzione di un futuro di giustizia e di pace.
1 v. 6.