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298 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 299
300 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 301
302 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 303
304 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
306 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
248 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
II
Ad Missionarios Misericordiae.1*
Cari fratelli sacerdoti, buonasera!
con grande piacere vi incontro, prima di darvi il mandato di essere
Missionari della Misericordia. È questo un segno di speciale rilevanza per-
ché caratterizza il Giubileo, e permette in tutte le Chiese locali di vivere il
mistero insondabile della misericordia del Padre. Essere Missionario della
Misericordia è una responsabilità che vi viene affidata, perché vi chiede di
essere in prima persona testimoni della vicinanza di Dio e del suo modo
di amare. Non il nostro modo, sempre limitato e a volte contraddittorio,
ma il suo modo di amare e, il suo modo di perdonare, che è appunto la
misericordia. Vorrei offrirvi alcune brevi riflessioni, perché il mandato che
riceverete possa essere compiuto in maniera coerente e come un concreto
aiuto per le tante persone che si accosteranno a voi.
Prima di tutto desidero ricordarvi che in questo ministero siete chiamati
ad esprimere la maternità della Chiesa. La Chiesa è Madre perché genera
sempre nuovi figli nella fede; la Chiesa è Madre perché nutre la fede; e la
Chiesa è Madre anche perché offre il perdono di Dio, rigenerando a una
nuova vita, frutto della conversione. Non possiamo correre il rischio che un
penitente non percepisca la presenza materna della Chiesa che lo accoglie
e lo ama. Se venisse meno questa percezione, a causa della nostra rigidità,
sarebbe un danno grave in primo luogo per la fede stessa, perché impedirebbe
al penitente di vedersi inserito nel Corpo di Cristo. Inoltre, limiterebbe molto
il suo sentirsi parte di una comunità. Noi invece siamo chiamati ad essere
espressione viva della Chiesa che come madre accoglie chiunque si accosta a lei,
sapendo che attraverso di lei si è inseriti in Cristo. Entrando nel confessionale,
ricordiamoci sempre che è Cristo che accoglie, è Cristo che ascolta, è Cristo
che perdona, è Cristo che dona la pace. Noi siamo suoi ministri; e per primi
abbiamo sempre bisogno di essere perdonati da Lui. Pertanto, qualunque sia il
peccato che viene confessato - o che la persona non osa dire, ma lo fa capire,
è sufficiente - ogni missionario è chiamato a ricordare la propria esistenza
di peccatore e a porsi umilmente come « canale » della misericordia di Dio. E
* Die 9 Februarii 2016.