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Congregatio de Causis Sanctorum 299
300 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 301
302 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 303
304 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
306 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 249
vi confesso fraternamente che per me è una fonte di gioia il ricordo di quella
confessione del 21 settembre del '53, che ha riorientato la mia vita. Cosa mi
ha detto il prete? Non ricordo. Ricordo solo che mi ha fatto un sorriso e poi
non so cosa è successo. Ma è accogliere come padre…
Un altro aspetto importante è quello di saper guardare al desiderio
di perdono presente nel cuore del penitente. È un desiderio frutto della
grazia e della sua azione nella vita delle persone, che permette di sentire
la nostalgia di Dio, del suo amore e della sua casa. Non dimentichiamo che
c'è proprio questo desiderio all'inizio della conversione. Il cuore si rivolge
a Dio riconoscendo il male compiuto, ma con la speranza di ottenere il
perdono. E questo desiderio si rafforza quando si decide nel proprio cuore
di cambiare vita e di non voler peccare più. È il momento in cui ci si affida
alla misericordia di Dio, e si ha piena fiducia di essere da Lui compresi,
perdonati e sostenuti. Diamo grande spazio a questo desiderio di Dio e
del suo perdono; facciamolo emergere come vera espressione della grazia
dello Spirito che provoca alla conversione del cuore. E qui mi raccomando
di capire non solo il linguaggio della parola, ma anche quello dei gesti.
Se qualcuno viene da te e sente che deve togliersi qualcosa, ma forse non
riesce a dirlo, ma tu capisci… e sta bene, lo dice così, col gesto di venire.
Prima condizione. Seconda, è pentito. Se qualcuno viene da te è perché
vorrebbe non cadere in queste situazioni, ma non osa dirlo, ha paura di
dirlo e poi non poterlo fare. Ma se non lo può fare, ad impossibilia nemo
tenetur. E il Signore capisce queste cose, il linguaggio dei gesti. Le braccia
aperte, per capire cosa c'è dentro quel cuore che non può venire detto
o detto così… un po' è la vergogna… mi capite. Voi ricevete tutti con il
linguaggio con cui possono parlare.
Vorrei, infine, ricordare una componente di cui non si parla molto,
ma che è invece determinante: la vergogna. Non è facile porsi dinanzi a
un altro uomo, pur sapendo che rappresenta Dio, e confessare il proprio
peccato. Si prova vergogna sia per quanto si è compiuto, sia per doverlo
confessare a un altro. La vergogna è un sentimento intimo che incide nella
vita personale e richiede da parte del confessore un atteggiamento di ri-
spetto e incoraggiamento. Tante volte la vergogna ti fa muto e… Il gesto, il
linguaggio del gesto. Fin dalle prime pagine la Bibbia parla della vergogna.
Dopo il peccato di Adamo ed Eva, l'autore sacro annota subito: « Allora si
aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono