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Acta Benedicti Pp. XVI 55
presenza salvatrice e liberatrice e allargare il « noi » dei credenti in Cristo
all'intera umanità.
Dovunque c'è un « noi » che accoglie l'amore di Dio, là risplende la luce di
Cristo, anche nelle situazioni più difficili. La Chiesa, come la Vergine Maria,
offre al mondo Gesù, il Figlio, che Lei stessa ha ricevuto in dono, e che è
venuto a liberare l'uomo dalla schiavitù del peccato. Come Maria, la Chiesa
non ha paura, perché quel Bambino è la sua forza. Ma lei non lo tiene per sé:
lo offre a quanti lo cercano con cuore sincero, agli umili della terra e agli
afflitti, alle vittime della violenza, a quanti bramano il bene della pace. Anche
oggi, per la famiglia umana profondamente segnata da una grave crisi eco-
nomica, ma prima ancora morale, e dalle dolorose ferite di guerre e conflitti,
con lo stile della condivisione e della fedeltà all'uomo, la Chiesa ripete con i
pastori: « Andiamo fino a Betlemme »,3 lı̀ troveremo la nostra speranza.
Il « noi » della Chiesa vive là dove Gesù è nato, in Terra Santa, per invitare
i suoi abitanti ad abbandonare ogni logica di violenza e di vendetta e ad
impegnarsi con rinnovato vigore e generosità nel cammino verso una convi-
venza pacifica. Il « noi » della Chiesa è presente negli altri Paesi del Medio
Oriente. Come non pensare alla tribolata situazione in Iraq e a quel piccolo
gregge di cristiani che vive nella Regione? Esso talvolta soffre violenze e
ingiustizie ma è sempre proteso a dare il proprio contributo all'edificazione
della convivenza civile contraria alla logica dello scontro e del rifiuto del
vicino. Il « noi » della Chiesa opera in Sri Lanka, nella Penisola coreana e nelle
Filippine, come pure in altre terre asiatiche, quale lievito di riconciliazione e
di pace. Nel Continente africano non cessa di alzare la voce verso Dio per
implorare la fine di ogni sopruso nella Repubblica Democratica del Congo;
invita i cittadini della Guinea e del Niger al rispetto dei diritti di ogni persona
ed al dialogo; a quelli del Madagascar chiede di superare le divisioni interne e
di accogliersi reciprocamente; a tutti ricorda che sono chiamati alla speranza,
nonostante i drammi, le prove e le difficoltà che continuano ad affliggerli. In
Europa e in America settentrionale, il « noi » della Chiesa sprona a superare la
mentalità egoista e tecnicista, a promuovere il bene comune ed a rispettare le
persone più deboli, a cominciare da quelle non ancora nate. In Honduras
aiuta a riprendere il cammino istituzionale; in tutta l'America Latina il
« noi » della Chiesa è fattore identitario, pienezza di verità e di carità che
nessuna ideologia può sostituire, appello al rispetto dei diritti inalienabili di
3 Lc 2, 15.