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Congregatio de Causis Sanctorum 301
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Congregatio de Causis Sanctorum 303
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306 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 283
l'uomo e, anche se l'uomo si allontana da Lui, Egli non rimane distante
e gli va incontro. Questo suo venirci incontro, culminato nell'incarnazione
del Figlio, è la sua misericordia; è il suo modo di esprimersi verso di noi
peccatori, il suo volto che ci guarda e si prende cura di noi. « Il programma
di Gesù - è scritto nell'Enciclica - è "un cuore che vede". Questo cuore
vede dove c'è bisogno di amore e agisce in modo conseguente ».6 Carità e
misericordia sono così strettamente legate, perché sono il modo di essere
e di agire di Dio: la sua identità e il suo nome.
Il primo aspetto che l'Enciclica ci ricorda è proprio il volto di Dio: chi è
il Dio che in Cristo possiamo incontrare, com'è fedele e insuperabile il suo
amore: « Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i
propri amici ».7 Ogni nostra forma di amore, di solidarietà, di condivisione è
solo un riflesso di quella carità che è Dio. Egli, senza mai stancarsi, riversa
la sua carità su di noi e noi siamo chiamati a diventare testimoni di questo
amore nel mondo. Perciò dobbiamo guardare alla carità divina come alla
bussola che orienta la nostra vita, prima di incamminarci in ogni attività:
lì troviamo la direzione, da essa impariamo come guardare i fratelli e il
mondo. « Ubi amor, ibi oculus », dicevano i Medioevali: dove c'è l'amore, lì
c'è la capacità di vedere. Solo « se rimaniamo nel suo amore »,8 sapremo
comprendere e amare chi ci vive accanto.
L'Enciclica - ed è il secondo aspetto che vorrei sottolineare - ci ricorda
che questa carità vuole rispecchiarsi sempre più nella vita della Chiesa.
Come vorrei che ognuno nella Chiesa, ogni istituzione, ogni attività riveli
che Dio ama l'uomo! La missione che i nostri organismi di carità svolgo-
no è importante, perché avvicinano tante persone povere ad una vita più
dignitosa, più umana, cosa quanto mai necessaria; ma questa missione è
importantissima perché, non a parole, ma con l'amore concreto può far sen-
tire ogni uomo amato dal Padre, figlio suo, destinato alla vita eterna con
Dio. Io vorrei ringraziare tutti coloro che si impegnano quotidianamente in
questa missione, che interpella ogni cristiano. In questo Anno giubilare ho
voluto sottolineare che tutti possiamo vivere la grazia del Giubileo proprio
mettendo in pratica le opere di misericordia corporale e spirituale: vivere
le opere di misericordia significa coniugare il verbo amare secondo Gesù. E
6 N. 31. 7 Gv 15, 13. 8 Cfr Gv 15, 1-17.