EX S. C. RITUUM 259

raminga e solitaria passò circa dieci mesi, ridotta a rifocillarsi col solo pane ed acqua, e talora fu obbligata a nascondersi in luogo più secreto per sfuggire il pericolo. Intanto avvenne che un altro personaggio anche rivoluzionario, così disponendo Id- dio, la protesse ed impose che la lasciassero in piena libertà sua. Per la quale disposizione la Serva di Dio ritornata dalla campagna riprese liberamente le opere della sua carità, sia per la scuola, sia per l'assistenza ai malati ». Eadem spe freta Dei Ancilla numquam defatigata est neque bonis operibus vacavit uti eadem Testis II retulit : « Quello poi che fa meraviglia si è che la Serva di Dio senza mai stancarsi, oltre ad attendere alla numerosa sua scuola sapeva trovar tempo da visitare ed assi- stere agli infermi ai quali prodigava ogni sua cura caritativa, aiutandoli colle medicine ed altri mezzi curativi, le quali due opere, quella cioè della scuola e quella dell'assistere agli in- fermi, ebbero tale un successo che gli stessi amministratori delle opere di beneficenza commisero alla Serva di Dio la di- stribuzione delle medicine e degli altri soccorsi di malati ».

Doctor Salesius huius theologicae virtutis edocens praece- pta, timorem sine spe desperationem, spem vero absque ullo timore praesumptionem vocabat, quae nil aliud est nisi fiducia certissima aliquid obtinendi, divino auxilio posthabito, suisque tantum viribus innixa. Ast Dei Famula nullam sibi adscivit sa- pientiam, sui enim prorsus diffidens, superioribus semper pa- ruit in his praesertim, quae ad institutionem ac regimen Con- gregationis religiosaeque familiae spectabant, quae Testis VII I iure affirmavit : « È un notorio nel nostro Istituto che la Serva di Dio premo il consiglio degli ecclesiastici dai quali fu sempre dipendente e col pieno consenso degli Ordinarii dei luoghi co- minciò l'opera della fondazione del suo Istituto ». Itemque Te- stis X : « Stando nella Svizzera come pure intesi dalle mede- sime persone, due ecclesiastici di Besanzone, che pure si erano rifugiati nella Svizzera, 1" esortarono a ritornare in Besanzone per fondarvi un Istituto di Carità. La Serva di Dio ubbidì, e recatasi a Besanzone aprì una casa dove in compagnia di altre, a quanto ricordo, attese alle opere della cura degli infermi a domicilio, dei poveri ai quali dava sussidii, e all'istruzione delle giovanette ». Et Testis X I I : « Dai surriferiti documenti ho rile- vato che la Serva di Dio previo 1'a.vviso dei suoi Direttori, dai quali essa fu dipendente aprì in Besanzone una scuola gratuita