428 EX S. C. RITUUM

cerent homines probi ac spectatissimi, postquam leges atque ordo revixit. Qua de re, quum in vitae synopsi plura a nobis scripta sint, ne vestros animos plus aequo distrahere aut defa- tigare velle videa mur, nobis liceat, ad inanis repetitionis fasti- dium vitandum, hoc loco praecipua et illustriora, quae ad for- titudinem tantummodo spectant, commemorare . Sinite ergo, E E . PP., me hic excribere Testis III verba : « Avvenute le quali modificazioni (della regola) per disposizioni della S. Sede la S. d. D. ebbe a soffrire molte tribolazioni; giacché l 'arcivescovo di Besanzone e 1' abbate Bacaffe che n' era il delegato credet- tero che la S. d. D. fosse stata la promotrice di quelle modifi- cazioni, epperò arrivarono fino a staccare dall' Istituto la casa di Besanzone ed altre in Francia e proibirono in oltre che quelle Suore avessero accolto la Serva di Dio, la quale non tralasciò di fare tutte le pratiche dimostrative segnatamente della sua grande umiltà; ma nulla valse a mitigare l 'animo di quell 'Ar- civescovo: ciò che arrecò gravi tribolazioni alla S. d. D. la quale mostrò bene il suo spirito di perfetta rassegnazione ai divini voleri e di eroica fortezza ». Et Testis X vera proinde narrat: « Per la quale modificazione del superiorato delle nostre case la S. d. D. ebbe molto a soffrire da parte dell' abb. Bacaffe e dall 'Arcivescovo di Besanzone, credendo essi a torto che la S. d. D. fosse stata la promotrice della modificazione stessa. Ho detto a torto perchè è un notorio che la Sac ra Congregazione per propria iniziativa la propose al S. Padre che F approvò. In- tanto P Arcivescovo di Besanzone ordinò che la casa di Besan- zone ed anche altre di Francia fossero separate dal resto del- l 'Istituto e tanto avvenne, recando questo scisma gravissime dispiacenze e tribolazioni alla S. d. D. la quale mostrò lo eroi- smo della sua fortezza di spirito e della sua rassegnazione ».

Laus igitur, quam Sacrae Litterae forti mulieri largiter tri- buunt, heroidi nostrae summopere congruit; illius enim facinora vel quae tempore quietis in condenda congregatione absolvit, vel quae in aerumnis calamitatibusque strenue sustinuit, exi- miam fortitudinem praeseferunt. Quamobrem iure meritoque cum X I I Teste convenire possumus et ad mentem illius huic capiti finem imponere: « I n tutto fu profondamente rassegnata al divino volere. Ciò dimostra la sua straordinaria fortezza, la quale fu una sua speciale prerogativa per modo che non dubito denominarla mulierem fortem ».