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204 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 205
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Congregatio de Causis Sanctorum 207
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Congregatio de Causis Sanctorum 209
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donna, che non solo viene violata nell'intimità del suo corpo, ma pure nella
sua anima, con un trauma che difficilmente potrà essere cancellato e le
cui conseguenze sono anche di carattere sociale. Purtroppo, si verifica che
anche laddove non c'è guerra troppe donne ancor oggi soffrono violenza
nei loro confronti.
Tutti i conflitti bellici rivelano il volto più emblematico della cultura dello
scarto, a causa delle vite che deliberatamente vengono calpestate da parte
di chi detiene la forza. Vi sono però forme più sottili e subdole di rifiuto,
che egualmente alimentano tale cultura. Penso anzitutto al modo con cui
vengono spesso trattati i malati, isolati ed emarginati come i lebbrosi di
cui parla il Vangelo. Tra i lebbrosi del nostro tempo vi sono le vittime di
questa nuova e tremenda epidemia di Ebola, che, specialmente in Liberia,
Sierra Leone e Guinea, ha già falcidiato oltre seimila vite. Desidero oggi
pubblicamente elogiare e ringraziare quegli operatori sanitari che, insie-
me a religiosi e volontari, prestano ogni possibile cura ai malati e ai loro
familiari, soprattutto ai bambini rimasti orfani. In pari tempo, rinnovo il
mio appello a tutta la comunità internazionale perché venga assicurata
un'adeguata assistenza umanitaria ai pazienti e vi sia un impegno comune
per debellare il morbo.
Accanto alle vite scartate a causa delle guerre o delle malattie, vi sono
quelle di numerosi profughi e rifugiati. Ancora una volta i risvolti si com-
prendono attingendo all'infanzia di Gesù, che testimonia un'altra forma della
cultura dello scarto che danneggia i rapporti e « scioglie » la società. Infatti,
di fronte alla brutalità di Erode, la Santa Famiglia è costretta a fuggire
in Egitto, da dove potrà ritornare solo alcuni anni dopo.6 La conseguenza
delle situazioni di conflitto poc'anzi descritte è spesso la fuga di migliaia
di persone dalla propria terra d'origine. A volte non si va tanto in cerca di
un futuro migliore, ma semplicemente di un futuro, poiché rimanere nella
propria patria può significare una morte certa. Quante persone perdono la
vita in viaggi disumani, sottoposte alle angherie di veri e propri aguzzini
avidi di denaro? Ne ho fatto cenno nel corso della mia recente visita al
Parlamento Europeo, ricordando che « non si può tollerare che il Mare Me-
diterraneo divenga un grande cimitero ».7 Vi è poi un altro dato allarmante:
6 Cfr Mt 2, 13-15. 7 Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014.