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134 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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152 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
154 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
156 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
158 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
160 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
162 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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194 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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200 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
202 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 203
204 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 205
206 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 207
208 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 209
210 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 211
212 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 213
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VIII
Ad sodales Tribunalis Romanae Rotae.*
Cari Giudici, Officiali, Avvocati e Collaboratori del Tribunale Apostolico della Rota Romana,
vi saluto cordialmente, ad iniziare dal Collegio dei Prelati Uditori con
il Decano, Mons. Pio Vito Pinto, che ringrazio per le parole con cui ha
introdotto il nostro incontro. Auguro a tutti voi ogni bene per l'Anno giu-
diziario che oggi inauguriamo.
In questa occasione vorrei riflettere sul contesto umano e culturale in
cui si forma l'intenzione matrimoniale.
La crisi dei valori nella società non è certo un fenomeno recente. Il
beato Paolo VI, già quaranta anni fa, proprio rivolgendosi alla Rota Ro-
mana, stigmatizzava le malattie dell'uomo moderno « talora vulnerato da un
relativismo sistematico, che lo piega alle scelte più facili della situazione,
della demagogia, della moda, della passione, dell'edonismo, dell'egoismo,
così che esteriormente tenta di impugnare la "maestà della legge", e in-
teriormente, quasi senza avvedersi, sostituisce all'impero della coscienza
morale il capriccio della coscienza psicologica ».1 In effetti, l'abbandono di
una prospettiva di fede sfocia inesorabilmente in una falsa conoscenza del
matrimonio, che non rimane priva di conseguenze nella maturazione della
volontà nuziale.
Certamente il Signore, nella sua bontà, concede alla Chiesa di gioire per
le tante e tante famiglie che, sostenute e alimentate da una fede sincera,
realizzano nella fatica e nella gioia del quotidiano i beni del matrimonio,
assunti con sincerità al momento delle nozze e perseguiti con fedeltà e te-
nacia. La Chiesa conosce però anche la sofferenza di molti nuclei familiari
che si disgregano, lasciando dietro di sé le macerie di relazioni affettive,
di progetti, di aspettative comuni. Il giudice è chiamato ad operare la sua
analisi giudiziale quando c'è il dubbio sulla validità del matrimonio, per
accertare se ci sia un vizio d'origine del consenso, sia direttamente per
* Die 23 Ianuarii 2015. 1 Allocuzione del 31 gennaio 1974: AAS 66 [1974], p. 87.