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192 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
194 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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198 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
200 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
202 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 203
204 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 205
206 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 207
208 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 209
210 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 211
212 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 213
214 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 215
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Congregatio de Causis Sanctorum 223
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2. « Dov'è tuo fratello? » ( Gn 4, 9) - Le parrocchie e le comunità
Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita
delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali a sperimenta-
re di far parte di un solo corpo? Un corpo che insieme riceve e condivide
quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conosce e si prende cura dei suoi
membri più deboli, poveri e piccoli? O ci rifugiamo in un amore universale
che si impegna lontano nel mondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti
alla propria porta chiusa? (cfr Lc 16, 19-31).
Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci dà vanno su-
perati i confini della Chiesa visibile in due direzioni.
In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera. Quando
la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e
di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con i santi che hanno trovato
la loro pienezza in Dio, formiamo parte di quella comunione nella quale
l'indifferenza è vinta dall'amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché
ha voltato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto,
i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la
resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l'indifferenza, la durezza
di cuore e l'odio. Finché questa vittoria dell'amore non compenetra tutto
il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. Santa Teresa di
Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la
vittoria dell'amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla
terra soffre e geme: « Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio
desiderio è di lavorare ancora per la Chiesa e per le anime » (Lettera 254
del 14 luglio 1897).
Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi par-
tecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione.
La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per
superare tante forme d'indifferenza e di durezza di cuore.
D'altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia
che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i
lontani. La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa,
ma mandata a tutti gli uomini.
Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare
al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò che l'amore non
può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad