separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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Acta Benedicti Pp. XVI 447
da Lui. San Pietro è testimone di questa realtà, come lo è san Paolo, grande
convertito, di cui tra pochi giorni inaugureremo il bimillenario della nascita.
Come Successore di Pietro e Vescovo della Chiesa fondata sul sangue di questi
due eminenti Apostoli, sono venuto a confermarvi nella fede in Gesù Cristo,
unico salvatore dell'uomo e del mondo.
La fede di Pietro e la fede di Maria si coniugano in questo Santuario. Qui
si può attingere al duplice principio dell'esperienza cristiana: quello mariano e
quello petrino. Entrambi, insieme, vi aiuteranno, cari fratelli e sorelle, a
« ripartire da Cristo », a rinnovare la vostra fede, perché risponda alle esigenze
del nostro tempo. Maria vi insegna a restare sempre in ascolto del Signore nel
silenzio della preghiera, ad accogliere con generosa disponibilità la sua Parola
col profondo desiderio di offrire voi stessi a Dio, la vostra vita concreta,
affinché il suo Verbo eterno, per la potenza dello Spirito Santo, possa ancora
« farsi carne » oggi, nella nostra storia. Maria vi aiuterà a seguire Gesù con
fedeltà, ad unirvi a Lui nell'offerta del Sacrificio, a portare nel cuore la gioia
della sua Risurrezione e a vivere in costante docilità allo Spirito della Pente-
coste. In modo complementare, anche San Pietro vi insegnerà a sentire e
credere con la Chiesa, saldi nella fede cattolica; vi porterà ad avere il gusto
e la passione dell'unità, della comunione, la gioia di camminare insieme con i
Pastori; e, al tempo stesso, vi parteciperà l'ansia della missione, di condivi-
dere il Vangelo con tutti, di farlo giungere fino agli estremi confini della terra.
«De finibus terrae »: il nome di questo luogo santo è molto bello e sugge-
stivo, perché riecheggia una delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli.
Proteso tra l'Europa e il Mediterraneo, tra l'Occidente e l'Oriente, esso ci
ricorda che la Chiesa non ha confini, è universale. E i confini geografici,
culturali, etnici, addirittura i confini religiosi sono per la Chiesa un invito
all'evangelizzazione nella prospettiva della « comunione delle diversità ». La
Chiesa è nata a Pentecoste, è nata universale e la sua vocazione è parlare
tutte le lingue del mondo. La Chiesa esiste - secondo l'originaria vocazione e
missione rivelata ad Abramo- per essere una benedizione a beneficio di tutti
i popoli della terra; 6 per essere, con il linguaggio del Concilio Ecumenico
Vaticano II, segno e strumento di unità per tutto il genere umano.7 La Chiesa
che è in Puglia possiede una spiccata vocazione ad essere ponte tra popoli e
culture. Questa terra e questo Santuario sono in effetti un « avamposto » in
tale direzione, e mi sono molto rallegrato nel constatare, sia nella lettera del
6 Cfr Gn 12, 1-3. 7 Cfr Cost. Lumen gentium, 1.