ACTA BENEDICTI PP. XVI

 separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-

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 nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni

 IV

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 489

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 491

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 493

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 495

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 497

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 501

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 Congregatio pro Doctrina Fidei 503

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 Congregatio pro Episcopis 505

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 Congregatio pro Episcopis 507

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 Congregatio pro Episcopis 509

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 Diarium Romanae Curiae 511

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dell'unità tra i discepoli di Cristo. In questa prospettiva ho voluto accendere,

per questo bimillenario della nascita dell'Apostolo, una speciale « Fiamma

Paolina », che resterà accesa durante tutto l'anno in uno speciale braciere

posto nel quadriportico della Basilica. Per solennizzare questa ricorrenza

ho anche inaugurato la cosiddetta « Porta Paolina », attraverso la quale sono

entrato nella Basilica accompagnato dal Patriarca di Costantinopoli, dal

Cardinale Arciprete e da altre Autorità religiose. È per me motivo di intima

gioia che l'apertura dell'« Anno Paolino » assuma un particolare carattere

ecumenico per la presenza di numerosi delegati e rappresentanti di altre

Chiese e Comunità ecclesiali, che accolgo con cuore aperto. Saluto in primo

luogo Sua Santità il Patriarca Bartolomeo I e i membri della Delegazione che

lo accompagna, come pure il folto gruppo di laici che da varie parti del mondo

sono venuti a Roma per vivere con Lui e con tutti noi questi momenti di

preghiera e di riflessione. Saluto i Delegati Fraterni delle Chiese che hanno un

vincolo particolare con l'apostolo Paolo - Gerusalemme, Antiochia, Cipro,

Grecia - e che formano l'ambiente geografico della vita dell'Apostolo prima

del suo arrivo a Roma. Saluto cordialmente i Fratelli delle diverse Chiese e

Comunità ecclesiali di Oriente ed Occidente, insieme a tutti voi che avete

voluto prendere parte a questo solenne inizio dell'« Anno » dedicato all'Apo-

stolo delle Genti.

Siamo dunque qui raccolti per interrogarci sul grande Apostolo delle gen-

ti. Ci chiediamo non soltanto: Chi era Paolo? Ci chiediamo soprattutto: Chi è

Paolo? Che cosa dice a me? In questa ora, all'inizio dell'« Anno Paolino » che

stiamo inaugurando, vorrei scegliere dalla ricca testimonianza del Nuovo

Testamento tre testi, in cui appare la sua fisionomia interiore, lo specifico

del suo carattere. Nella Lettera ai Galati egli ci ha donato una professione di

fede molto personale, in cui apre il suo cuore davanti ai lettori di tutti i tempi

e rivela quale sia la molla più intima della sua vita. «Vivo nella fede del Figlio

di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me ».3 Tutto ciò che Paolo fa,

parte da questo centro. La sua fede è l'esperienza dell'essere amato da Gesù

Cristo in modo tutto personale; è la coscienza del fatto che Cristo ha affron-

tato la morte non per un qualcosa di anonimo, ma per amore di lui - di

Paolo - e che, come Risorto, lo ama tuttora, che cioè Cristo si è donato per

lui. La sua fede è l'essere colpito dall'amore di Gesù Cristo, un amore che lo

sconvolge fin nell'intimo e lo trasforma. La sua fede non è una teoria, un'o-

3 Gal 2, 20.