separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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a tutti i fratelli Ortodossi e delle altre Confessioni, da questa Chiesa di Brin-
disi che per la sua vocazione ecumenica ci invita a pregare e impegnarci per la
piena unità di tutti i cristiani. Saluto con riconoscenza le Autorità civili e
militari che partecipano a questa liturgia, augurando ogni bene per il loro
servizio. Il mio pensiero affettuoso va quindi ai presbiteri e ai diaconi, alle
religiose e ai religiosi e a tutti i fedeli. Un saluto speciale indirizzo ai malati
dell'Ospedale e ai detenuti del Carcere, ai quali assicuro il ricordo nella pre-
ghiera. Grazia e pace da parte del Signore ad ognuno e a tutta la città di
Brindisi!
I testi biblici, che abbiamo ascoltato in questa undicesima Domenica del
tempo ordinario, ci aiutano a comprendere la realtà della Chiesa: la prima
Lettura 1 rievoca l'alleanza stretta presso il monte Sinai, durante l'esodo
dall'Egitto; il Vangelo 2 è costituito dal racconto della chiamata e della mis-
sione dei dodici Apostoli. Troviamo qui presentata la « costituzione » della
Chiesa: come non avvertire l'implicito invito rivolto ad ogni Comunità a
rinnovarsi nella propria vocazione e nel proprio slancio missionario? Nella
prima Lettura, l'autore sacro narra il patto di Dio con Mosè e con Israele al
Sinai. È una delle grandi tappe della storia della salvezza, uno di quei mo-
menti che trascendono la storia stessa, nei quali il confine tra Antico e Nuovo
Testamento scompare e si manifesta il perenne disegno del Dio dell'Alleanza:
il disegno di salvare tutti gli uomini mediante la santificazione di un popolo, a
cui Dio propone di diventare « la sua proprietà tra tutti i popoli ».3 In questa
prospettiva il popolo è chiamato a diventare una « nazione santa », non solo in
senso morale, ma prima ancora e soprattutto nella sua stessa realtà ontolo-
gica, nel suo essere di popolo. In che modo si debba intendere l'identità di
questo popolo si è manifestato via via nel corso degli eventi salvifici già
nell'Antico Testamento; si è pienamente rivelato poi con la venuta di Gesù
Cristo. Il Vangelo odierno ci presenta un momento decisivo per questa rive-
lazione. Quando infatti Gesù chiamò i Dodici voleva riferirsi simbolicamente
alle tribù d'Israele, risalenti ai dodici figli di Giacobbe. Perciò, ponendo al
centro della sua nuova comunità i Dodici, Egli fa capire di essere venuto a
portare a compimento il disegno del Padre celeste, anche se solo a Pentecoste
apparirà il volto nuovo della Chiesa: quando i Dodici, « pieni di Spirito
1 Cfr Es 19, 2-6a. 2 Cfr Mt 9, 36-10, 8. 3 Es 19, 5.