separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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Acta Benedicti Pp. XVI 451
Santo », proclameranno il Vangelo parlando tutte le lingue.4 Si manifesterà
allora la Chiesa universale, raccolta in un unico Corpo di cui Cristo risorto è il
Capo e, al tempo stesso, inviata da Lui a tutte le nazioni, fino agli estremi
confini della terra.5
Lo stile di Gesù è inconfondibile: è lo stile caratteristico di Dio, che ama
compiere le cose più grandi in modo povero e umile. La solennità dei racconti
di alleanza del Libro dell'Esodo lascia nei Vangeli il posto a gesti umili e
discreti, che però contengono un'enorme potenzialità di rinnovamento. È la
logica del Regno di Dio, non a caso rappresentata dal piccolo seme che
diventa un grande albero.6 Il patto del Sinai è accompagnato da segni cosmici
che atterriscono gli Israeliti; gli inizi della Chiesa in Galilea sono invece privi
di queste manifestazioni, riflettono la mitezza e la compassione del cuore di
Cristo, ma preannunciano un'altra lotta, un altro sconvolgimento che è quello
suscitato dalle potenze del male. Ai Dodici - l'abbiamo sentito - Egli
« diede il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di
malattie e d'infermità ».7 I Dodici dovranno cooperare con Gesù nell'instau-
rare il Regno di Dio, cioè la sua signoria benefica, portatrice di vita, e di vita
in abbondanza per l'intera umanità. In sostanza, la Chiesa, come Cristo e
insieme con Lui, è chiamata e inviata a instaurare il Regno della vita e a
scacciare il dominio della morte, perché trionfi nel mondo la vita di Dio.
Trionfi Dio che è Amore. Quest'opera di Cristo è sempre silenziosa, non è
spettacolare; proprio nell'umiltà dell'essere Chiesa, del vivere ogni giorno il
Vangelo, cresce il grande albero della vera vita. Proprio con questi inizi umili
il Signore ci incoraggia perché, anche nell'umiltà della Chiesa di oggi, nella
povertà della nostra vita cristiana, possiamo vedere la sua presenza e avere
cosı̀ il coraggio di andare incontro a Lui e di rendere presente su questa terra
il suo amore, questa forza di pace e di vita vera.
Questo è, quindi, il disegno di Dio: diffondere sull'umanità e sul cosmo
intero il suo amore generatore di vita. Non è un processo spettacolare; è un
processo umile, che tuttavia porta con sé la vera forza del futuro e della
storia. Un progetto, quindi, che il Signore vuole attuare nel rispetto della
nostra libertà, perché l'amore di sua natura non si può imporre. La Chiesa è
allora, in Cristo, lo spazio di accoglienza e di mediazione dell'amore di Dio. In
4 At 2, 3-4. 5 Cfr Mt 28, 20. 6 Cfr Mt 13, 31-32. 7 Mt 10, 1.