separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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pinione su Dio e sul mondo. La sua fede è l'impatto dell'amore di Dio sul suo
cuore. E cosı̀ questa stessa fede è amore per Gesù Cristo.
Da molti Paolo viene presentato come uomo combattivo che sa maneg-
giare la spada della parola. Di fatto, sul suo cammino di apostolo non sono
mancate le dispute. Non ha cercato un'armonia superficiale. Nella prima delle
sue Lettere, quella rivolta ai Tessalonicesi, egli stesso dice: « Abbiamo avuto il
coraggio... di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte... Mai
infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete ».4 La verità
era per lui troppo grande per essere disposto a sacrificarla in vista di un
successo esterno. La verità che aveva sperimentato nell'incontro con il Ri-
sorto ben meritava per lui la lotta, la persecuzione, la sofferenza. Ma ciò che
lo motivava nel più profondo, era l'essere amato da Gesù Cristo e il desiderio
di trasmettere ad altri questo amore. Paolo era uno capace di amare, e tutto il
suo operare e soffrire si spiega solo a partire da questo centro. I concetti
fondanti del suo annuncio si comprendono unicamente in base ad esso. Pren-
diamo soltanto una delle sue parole-chiave: la libertà. L'esperienza dell'essere
amato fino in fondo da Cristo gli aveva aperto gli occhi sulla verità e sulla via
dell'esistenza umana - quell'esperienza abbracciava tutto. Paolo era libero
come uomo amato da Dio che, in virtù di Dio, era in grado di amare insieme
con Lui. Questo amore è ora la « legge » della sua vita e proprio cosı̀ è la libertà
della sua vita. Egli parla ed agisce mosso dalla responsabilità dell'amore.
Libertà e responsabilità sono qui uniti in modo inscindibile. Poiché sta nella
responsabilità dell'amore, egli è libero; poiché è uno che ama, egli vive total-
mente nella responsabilità di questo amore e non prende la libertà come
pretesto per l'arbitrio e l'egoismo. Nello stesso spirito Agostino ha formulato
la frase diventata poi famosa: Dilige et quod vis fac 5 - ama e fa' quello che
vuoi. Chi ama Cristo come lo ha amato Paolo, può veramente fare quello che
vuole, perché il suo amore è unito alla volontà di Cristo e cosı̀ alla volontà di
Dio; perché la sua volontà è ancorata alla verità e perché la sua volontà non è
più semplicemente volontà sua, arbitrio dell'io autonomo, ma è integrata
nella libertà di Dio e da essa riceve la strada da percorrere.
Nella ricerca della fisionomia interiore di san Paolo vorrei, in secondo
luogo, ricordare la parola che il Cristo risorto gli rivolse sulla strada verso
Damasco. Prima il Signore gli chiede: « Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ».
Alla domanda: « Chi sei, o Signore? » vien data la risposta: « Io sono Gesù che
4 1 Ts 2, 2.5. 5 Tract. in 1 Jo 7, 7-8.