separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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Gerusalemme, « per consultare Cefa ».1 Quattordici anni dopo, egli sale di
nuovo a Gerusalemme, per esporre « alle persone più ragguardevoli » il Van-
gelo che egli predica, per non trovarsi nel rischio « di correre o di aver corso
invano ».2 Alla fine di questo incontro, Giacomo, Cefa e Giovanni gli danno la
destra, confermando cosı̀ la comunione che li congiunge nell'unico Vangelo di
Gesù Cristo.3 Un bel segno di questo interiore abbraccio in crescita, che si
sviluppa nonostante la diversità dei temperamenti e dei compiti, lo trovo nel
fatto che i collaboratori menzionati alla fine della Prima Lettera di san Pietro
- Silvano e Marco - sono collaboratori altrettanto stretti di san Paolo.
Nella comunanza dei collaboratori si rende visibile in modo molto concreto
la comunione dell'unica Chiesa, l'abbraccio dei grandi Apostoli.
Almeno due volte Pietro e Paolo si sono incontrati a Gerusalemme; alla
fine il percorso di ambedue sbocca a Roma. Perché? È questo forse qualcosa
di più di un puro caso? Vi è contenuto forse un messaggio duraturo? Paolo
arrivò a Roma come prigioniero, ma allo stesso tempo come cittadino romano
che, dopo l'arresto in Gerusalemme, proprio in quanto tale aveva fatto ricor-
so all'imperatore, al cui tribunale fu portato. Ma in un senso ancora più
profondo, Paolo è venuto volontariamente a Roma. Mediante la più impor-
tante delle sue Lettere si era già avvicinato interiormente a questa città: alla
Chiesa in Roma aveva indirizzato lo scritto che più di ogni altro è la sintesi
dell'intero suo annuncio e della sua fede. Nel saluto iniziale della Lettera dice
che della fede dei cristiani di Roma parla tutto il mondo e che questa fede,
quindi, è nota ovunque come esemplare.4 E scrive poi: «Non voglio pertanto
che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi, ma
finora ne sono stato impedito ».5 Alla fine della Lettera riprende questo tema
parlando ora del suo progetto di andare fino in Spagna. « Quando andrò in
Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi aiutato per recarmi in
quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza ».6 « E so che,
giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della benedizione di Cristo ».7
Sono due cose che qui si rendono evidenti: Roma è per Paolo una tappa sulla
via verso la Spagna, cioè - secondo il suo concetto del mondo - verso il
1 Gal 1, 18. 2 Gal 2, 1s. 3 Cfr Gal 2, 9. 4 Cfr Rm 1, 8. 5 1, 13. 6 15, 24. 7 15, 29.