separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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Congregatio pro Doctrina Fidei 489
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Acta Benedicti Pp. XVI 469
Fin dall'inizio del mio pontificato ho ascoltato con attenzione le richieste
che mi giungono dagli uomini e dalle donne del nostro tempo e, alla luce di
tali attese, ho voluto offrire una proposta di indagine che mi sembra possa
suscitare interesse per il rilancio della filosofia e del suo ruolo insostituibile
all'interno del mondo accademico e culturale. Voi ne avete fatto oggetto di
riflessione nel vostro Simposio: è la proposta di « allargare gli orizzonti della
razionalità ». Ciò mi consente di soffermarmi su di essa con voi come tra amici
che desiderano fare un percorso comune di ricerca. Vorrei partire da una
profonda convinzione, che più volte ho espresso: « La fede cristiana ha fatto
la sua scelta netta: contro gli dei della religione per il Dio dei filosofi, vale a
dire contro il mito della sola consuetudine per la verità dell'essere ».2 Tale
affermazione, che rispecchia il cammino del cristianesimo fin dai suoi albori,
si rivela pienamente attuale nel contesto storico culturale che stiamo viven-
do. Infatti solo a partire da tale premessa, che è storica e teologica ad un
tempo, è possibile venire incontro alle nuove attese della riflessione filosofica.
Il rischio che la religione, anche quella cristiana, sia strumentalizzata come
fenomeno surrettizio è molto concreto anche oggi.
Ma il cristianesimo, come ho ricordato nell'Enciclica Spe salvi, non è
soltanto un messaggio informativo, ma performativo.3 Ciò significa che da
sempre la fede cristiana non può essere rinchiusa nel mondo astratto delle
teorie, ma deve essere calata in un'esperienza storica concreta che raggiunga
l'uomo nella verità più profonda della sua esistenza. Questa esperienza, con-
dizionata dalle nuove situazioni culturali e ideologiche, è il luogo che la
ricerca teologica deve valutare e su cui è urgente avviare un dialogo fecondo
con la filosofia. La comprensione del cristianesimo come reale trasformazione
dell'esistenza dell'uomo, se da un lato spinge la riflessione filosofica ad un
nuovo approccio con la religione, dall'altro la incoraggia a non perdere la
fiducia di poter conoscere la realtà. La proposta di « allargare gli orizzonti
della razionalità » non va, pertanto, semplicemente annoverata tra le nuove
linee di pensiero teologico e filosofico, ma deve essere intesa come la richiesta
di una nuova apertura verso la realtà a cui la persona umana nella sua uni-
totalità è chiamata, superando antichi pregiudizi e riduzionismi, per aprirsi
anche cosı̀ la strada verso una vera comprensione della modernità. Il deside-
rio di una pienezza di umanità non può essere disatteso: attende proposte
adeguate. La fede cristiana è chiamata a farsi carico di questa urgenza sto-
2 J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, cap. III. 3 Cfr n. 2.