separamus territorium, prout in praesens lege civili circumscribitur, munici-
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nanza quotidiana alla sofferenza sia dei nostri vicini e familiari sia di ogni
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impariamo cosı̀ la responsabilità per gli altri e anche la speranza che Dio ci
aiuta nel nostro cammino. Educare alla preghiera, apprendere « l'arte della
preghiera » dalle labbra del Maestro divino, come i primi discepoli che gli
chiedevano « Signore, insegnaci a pregare! »,7 è pertanto un compito essenzia-
le. Imparando la preghiera, impariamo a vivere e dobbiamo sempre con la
Chiesa e con il Signore in cammino pregare meglio per viver meglio. Come ci
ricordava l'amato Servo di Dio Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica
Novo millennio ineunte, « le nostre comunità cristiane devono diventare auten-
tiche "scuole" di preghiera, dove l'incontro con Cristo non si esprime soltanto
in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione,
contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero "invaghimento" del
cuore »: 8 cosı̀ la speranza cristiana crescerà in noi. E crescerà con la speranza
l'amore di Dio e del prossimo.
Nell'Enciclica Spe salvi ho scritto: « Ogni agire serio e retto dell'uomo è
speranza in atto ».9 Come discepoli di Gesù partecipiamo dunque con gioia allo
sforzo per rendere più bello, più umano e fraterno il volto di questa nostra
città, per rinvigorire la sua speranza e la gioia di un'appartenenza comune.
Cari fratelli e sorelle, proprio la consapevolezza acuta e diffusa dei mali e dei
problemi che Roma porta dentro di sé sta risvegliando la volontà di un tale
sforzo comune: è nostro compito darvi il nostro specifico contributo, a co-
minciare da quello snodo decisivo che è l'educazione e la formazione della
persona, ma affrontando con spirito costruttivo anche i molti altri problemi
concreti che rendono spesso faticosa la vita di chi abita in questa città.
Cercheremo, in particolare, di promuovere una cultura e un'organizzazione
sociale più favorevoli alla famiglia e all'accoglienza della vita, oltre che alla
valorizzazione delle persone anziane, tanto numerose tra la popolazione di
Roma. Lavoreremo per dare risposta a quei bisogni primari che sono il lavoro
e la casa, soprattutto per i giovani. Condivideremo l'impegno per rendere la
nostra città più sicura e « vivibile », ma opereremo perché essa lo sia per tutti,
in particolare per i più poveri, e perché non sia escluso l'immigrato che viene
tra noi con l'intenzione di trovare uno spazio di vita nel rispetto delle nostre
leggi.
Non ho bisogno di entrare più concretamente in queste problematiche,
che voi ben conoscete, perché le vivete quotidianamente. Desidero sottoli-
7 Lc 11, 1. 8 N. 33. 9 N. 35.