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evento i discepoli vengono preparati al mistero pasquale di Gesù: a superare
la terribile prova della passione e anche a comprendere bene il fatto luminoso
della risurrezione.
Il racconto parla anche di Mosè ed Elia, che apparvero e conversavano
con Gesù. Effettivamente questo episodio ha un rapporto con altre due rive-
lazioni divine. Mosè era salito sul monte Sinai, e lı̀ aveva avuto la rivelazione
di Dio. Aveva chiesto di vedere la sua gloria, ma Dio gli aveva risposto che
non l'avrebbe visto in faccia, ma solo di spalle.2 In modo analogo, anche Elia
ebbe una rivelazione di Dio sul monte: una manifestazione più intima, non
con una tempesta, con un terremoto, o con il fuoco, ma con una brezza
leggera.3 A differenza di questi due episodi, nella Trasfigurazione non è Gesù
ad avere la rivelazione di Dio, bensı̀ è proprio in Lui che Dio si rivela e che
rivela il suo volto agli Apostoli. Quindi, chi vuole conoscere Dio, deve con-
templare il volto di Gesù, il suo volto trasfigurato: Gesù è la perfetta rivela-
zione della santità e della misericordia del Padre. Inoltre, ricordiamo che sul
monte Sinai Mosè ebbe anche la rivelazione della volontà di Dio: i dieci
Comandamenti. E, sempre sul monte, Elia ebbe da Dio la rivelazione divina
di una missione da compiere. Gesù, invece, non riceve la rivelazione di ciò che
dovrà compiere: già lo conosce; sono piuttosto gli Apostoli a sentire, nella
nube, la voce di Dio che comanda: « Ascoltatelo ». La volontà di Dio si rivela
pienamente nella persona di Gesù. Chi vuole vivere secondo la volontà di Dio,
deve seguire Gesù, ascoltarlo, accoglierne le parole e, con l'aiuto dello Spirito
Santo, approfondirle. È questo il primo invito che desidero farvi, cari amici,
con grande affetto: crescete nella conoscenza e nell'amore a Cristo, sia come
singoli, sia come comunità parrocchiale, incontrateLo nell'Eucaristia, nell'a-
scolto della sua parola, nella preghiera, nella carità.
Il secondo punto è la Chiesa, come edificio e soprattutto come comunità.
Prima di riflettere, però, sulla Dedicazione della vostra chiesa, vorrei dirvi
che c'è un motivo particolare che accresce la mia gioia di trovarmi oggi con
voi. San Corbiniano, infatti, è il fondatore della diocesi di Frisinga, in Bavie-
ra, della quale sono stato Vescovo per quattro anni. Nel mio stemma episco-
pale ho voluto inserire un elemento strettamente associato alla storia di
questo Santo: l'orso. Un orso - cosı̀ si racconta - aveva sbranato il cavallo
di Corbiniano, che si stava recando a Roma. Egli lo rimproverò aspramente,
riuscı̀ ad ammansirlo e gli caricò sulle spalle il bagaglio che, fino a quel
2 Cfr. Es 33, 18-23. 3 Cfr. 1 Re 19, 11-13.