ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Sur la route d'un monde nouveau que vous parcourez ensemble, soyez des

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 Congregatio de Causis Sanctorum 287

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 Congregatio de Causis Sanctorum 289

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 Congregatio de Causis Sanctorum 291

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 Congregatio de Causis Sanctorum 293

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 Congregatio de Causis Sanctorum 295

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale296

 Congregatio de Causis Sanctorum 297

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale298

 Congregatio de Causis Sanctorum 299

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale300

 Congregatio de Causis Sanctorum 301

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale302

 Congregatio de Causis Sanctorum 303

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 Congregatio de Causis Sanctorum 305

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 Congregatio pro Episcopis 307

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 Diarium Romanae Curiae 309

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lavorando cosı̀, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più

beati nel dare che nel ricevere" ».19 L'opzione preferenziale per i poveri,

l'amore per i deboli è fondamentale per la Chiesa, è fondamentale per il

servizio di ciascuno di noi: essere attenti con grande amore per i deboli, anche

se forse non sono simpatici, sono difficili. Ma essi aspettano la nostra carità, il

nostro amore, e Dio aspetta questo nostro amore. In comunione con Cristo

siamo chiamati a soccorrere con il nostro amore, con i nostri fatti, quelli che

sono i deboli.

Infine, l'ultimo capoverso: « Dopo aver detto questo, si inginocchiò con

tutti loro e pregò ».20 Alla fine, il discorso diventa preghiera e Paolo si ingi-

nocchiò. San Luca ci ricorda che anche il Signore nell'Orto degli Ulivi prega-

va in ginocchio, e ci dice che anche santo Stefano, nel momento del martirio,

si è inginocchiato per pregare. Pregare in ginocchio vuol dire adorare la

grandezza di Dio nella nostra debolezza, grati che il Signore ci ami proprio

nella nostra debolezza. Dietro ciò appare la parola di san Paolo nella Lettera

ai Filippesi, che è la trasformazione cristologica di una parola del profeta

Isaia, il quale dice, nel capitolo 45, che tutto il mondo, il cielo, la terra e

quanto è sotto terra, si inginocchierà davanti al Dio di Israele.21 E san Paolo

concretizza: Cristo è sceso dal cielo alla croce, l'obbedienza ultima. E in

questo momento si realizza questa parola del Profeta: davanti al Cristo cro-

cifisso l'intero cosmo, i cieli, la terra e quanto è sotto terra, si inginocchia.22

Egli è realmente l'espressione della vera grandezza di Dio. L'umiltà di Dio,

l'amore fino alla croce, ci dimostra chi è Dio. Davanti a Lui noi siamo in

ginocchio, adorando. Essere inginocchiati non è più espressione di servitù, ma

proprio della libertà che ci dà l'amore di Dio, la gioia di essere redenti, di porsi

insieme, con il cielo e la terra, con tutto il cosmo, ad adorare Cristo, essere

uniti a Cristo e cosı̀ essere redenti.

Il discorso di san Paolo finisce nella preghiera. Anche i nostri discorsi

devono finire nella preghiera. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere

sempre più penetrati dalla Sua Parola, sempre più testimoni e non solo mae-

stri, essere sempre più sacerdoti, pastori, « episkopoi », cioè quelli che vedono

con Dio e fanno il servizio del Vangelo di Dio, il servizio del Vangelo della

Grazia.

19 Cfr. v. 35. 20 V. 36. 21 Cfr. Is 45, 23. 22 Cfr. Fil 2, 10-11.