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904 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
906 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
908 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Congregatio de Causis Sanctorum 911
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Congregatio de Causis Sanctorum 913
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Congregatio de Causis Sanctorum 915
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III
Episcoporum Synodi Conventu Extraordinario exitum habente necnon occa- sione beatificationis Pauli VI Papae.*
Abbiamo appena ascoltato una delle frasi più celebri di tutto il Van-
gelo: « Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che
è di Dio ».1
Alla provocazione dei farisei che, per così dire, volevano fargli l'esame
di religione e condurlo in errore, Gesù risponde con questa frase ironica
e geniale. È una risposta ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro
che si pongono problemi di coscienza, soprattutto quando entrano in gioco
le loro convenienze, le loro ricchezze, il loro prestigio, il loro potere e la
loro fama. E questo succede in ogni tempo, da sempre.
L'accento di Gesù ricade certamente sulla seconda parte della frase:
« E (rendete) a Dio quello che è di Dio ». Questo significa riconoscere e
professare - di fronte a qualunque tipo di potere - che Dio solo è il
Signore dell'uomo, e non c'è alcun altro. Questa è la novità perenne da
riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte
alle sorprese di Dio.
Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende,
aprendoci e conducendoci a vie impensate. Lui ci rinnova, cioè ci fa « nuovi »
continuamente. Un cristiano che vive il Vangelo è « la novità di Dio » nella
Chiesa e nel Mondo. E Dio ama tanto questa « novità »! « Dare a Dio quello
che è di Dio », significa aprirsi alla Sua volontà e dedicare a Lui la nostra
vita e cooperare al suo Regno di misericordia, di amore e di pace.
Qui sta la nostra vera forza, il fermento che la fa lievitare e il sale che
dà sapore ad ogni sforzo umano contro il pessimismo prevalente che ci pro-
pone il mondo. Qui sta la nostra speranza perché la speranza in Dio non è
quindi una fuga dalla realtà, non è un alibi: è restituire operosamente a Dio
quello che Gli appartiene. È per questo che il cristiano guarda alla realtà
futura, quella di Dio, per vivere pienamente la vita - con i piedi ben pian-
tati sulla terra - e rispondere, con coraggio, alle innumerevoli sfide nuove.
* Die 19 Octobris 2014. 1 Mt 22, 21.