Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale442
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale444
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale446
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale448
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale450
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale456
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale458
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale460
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale462
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale464
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale466
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale468
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale470
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale472
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale474
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale476
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale478
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale480
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale482
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale484
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale486
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale488
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale490
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale492
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale494
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale496
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale498
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale500
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale504
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale506
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale508
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale510
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale512
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale514
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale516
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale460
terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso
tempo la gioventù rimane comunque l'età in cui si è alla ricerca della vita più
grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci
nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Vo-
levamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza. Certamente, ciò
dipendeva anche dalla nostra situazione. Durante la dittatura nazionalsocia-
lista e nella guerra noi siamo stati, per cosı̀ dire, « rinchiusi » dal potere do-
minante. Quindi, volevamo uscire all'aperto per entrare nell'ampiezza delle
possibilità dell'essere uomo. Ma credo che, in un certo senso, questo impulso
di andare oltre all'abituale ci sia in ogni generazione. È parte dell'essere
giovane desiderare qualcosa di più della quotidianità regolare di un impiego
sicuro e sentire l'anelito per ciò che è realmente grande. Si tratta solo di un
sogno vuoto che svanisce quando si diventa adulti? No, l'uomo è veramente
creato per ciò che è grande, per l'infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente.
Sant'Agostino aveva ragione: il nostro cuore è inquieto sino a quando non
riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha
creati Lui, che portiamo la sua « impronta ». Dio è vita, e per questo ogni
creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad
immagine di Dio, aspira all'amore, alla gioia e alla pace. Allora comprendia-
mo che è un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere l'uomo!
Dio è la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e,
inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia: « la creatura, infatti,
senza il Creatore svanisce ».2 La cultura attuale, in alcune aree del mondo,
soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come
un fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre l'insieme
dei valori che sono alla base della società proviene dal Vangelo - come il
senso della dignità della persona, della solidarietà, del lavoro e della fami-
glia -, si constata una sorta di « eclissi di Dio », una certa amnesia, se non un
vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta,
col rischio di perdere la propria identità profonda.
Per questo motivo, cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino
di fede in Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Voi siete il futuro della
società e della Chiesa! Come scriveva l'apostolo Paolo ai cristiani della città di
Colossi, è vitale avere delle radici, della basi solide! E questo è particolar-
mente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per
2 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 36.