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lavorando cosı̀, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più
beati nel dare che nel ricevere" ».19 L'opzione preferenziale per i poveri,
l'amore per i deboli è fondamentale per la Chiesa, è fondamentale per il
servizio di ciascuno di noi: essere attenti con grande amore per i deboli, anche
se forse non sono simpatici, sono difficili. Ma essi aspettano la nostra carità, il
nostro amore, e Dio aspetta questo nostro amore. In comunione con Cristo
siamo chiamati a soccorrere con il nostro amore, con i nostri fatti, quelli che
sono i deboli.
Infine, l'ultimo capoverso: « Dopo aver detto questo, si inginocchiò con
tutti loro e pregò ».20 Alla fine, il discorso diventa preghiera e Paolo si ingi-
nocchiò. San Luca ci ricorda che anche il Signore nell'Orto degli Ulivi prega-
va in ginocchio, e ci dice che anche santo Stefano, nel momento del martirio,
si è inginocchiato per pregare. Pregare in ginocchio vuol dire adorare la
grandezza di Dio nella nostra debolezza, grati che il Signore ci ami proprio
nella nostra debolezza. Dietro ciò appare la parola di san Paolo nella Lettera
ai Filippesi, che è la trasformazione cristologica di una parola del profeta
Isaia, il quale dice, nel capitolo 45, che tutto il mondo, il cielo, la terra e
quanto è sotto terra, si inginocchierà davanti al Dio di Israele.21 E san Paolo
concretizza: Cristo è sceso dal cielo alla croce, l'obbedienza ultima. E in
questo momento si realizza questa parola del Profeta: davanti al Cristo cro-
cifisso l'intero cosmo, i cieli, la terra e quanto è sotto terra, si inginocchia.22
Egli è realmente l'espressione della vera grandezza di Dio. L'umiltà di Dio,
l'amore fino alla croce, ci dimostra chi è Dio. Davanti a Lui noi siamo in
ginocchio, adorando. Essere inginocchiati non è più espressione di servitù, ma
proprio della libertà che ci dà l'amore di Dio, la gioia di essere redenti, di porsi
insieme, con il cielo e la terra, con tutto il cosmo, ad adorare Cristo, essere
uniti a Cristo e cosı̀ essere redenti.
Il discorso di san Paolo finisce nella preghiera. Anche i nostri discorsi
devono finire nella preghiera. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere
sempre più penetrati dalla Sua Parola, sempre più testimoni e non solo mae-
stri, essere sempre più sacerdoti, pastori, « episkopoi », cioè quelli che vedono
con Dio e fanno il servizio del Vangelo di Dio, il servizio del Vangelo della
Grazia.
19 Cfr. v. 35. 20 V. 36. 21 Cfr. Is 45, 23. 22 Cfr. Fil 2, 10-11.