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Non raramente siamo posti davanti a veri e propri drammi esistenziali e
spirituali, che non trovano risposta nelle parole degli uomini, ma sono ab-
bracciati ed assunti dall'Amore divino, che perdona e trasforma: « Anche se i
vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve ».2
Conoscere e, in certo modo, visitare l'abisso del cuore umano, anche negli
aspetti oscuri, se da un lato mette alla prova l'umanità e la fede dello stesso
sacerdote, dall'altro alimenta in lui la certezza che l'ultima parola sul male
dell'uomo e della storia è di Dio, è della sua Misericordia, capace di far nuove
tutte le cose.3 Quanto può imparare poi il sacerdote da penitenti esemplari
per la loro vita spirituale, per la serietà con cui conducono l'esame di coscien-
za, per la trasparenza nel riconoscere il proprio peccato e per la docilità verso
l'insegnamento della Chiesa e le indicazioni del confessore. Dall'amministra-
zione del Sacramento della Penitenza possiamo ricevere profonde lezioni di
umiltà e di fede! È un richiamo molto forte per ciascun sacerdote alla co-
scienza della propria identità. Mai, unicamente in forza della nostra umanità,
potremmo ascoltare le confessioni dei fratelli! Se essi si accostano a noi, è solo
perché siamo sacerdoti, configurati a Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, e
resi capaci di agire nel suo Nome e nella sua Persona, di rendere realmente
presente Dio che perdona, rinnova e trasforma. La celebrazione del Sacra-
mento della Penitenza ha un valore pedagogico per il sacerdote, in ordine alla
sua fede, alla verità e povertà della sua persona, e alimenta in lui la consa-
pevolezza dell'identità sacramentale.
Qual è il valore pedagogico del Sacramento della Penitenza per i peniten-
ti? Dobbiamo premettere che esso dipende, innanzitutto, dall'azione della
Grazia e dagli effetti oggettivi del Sacramento nell'anima del fedele. Certa-
mente la Riconciliazione sacramentale è uno dei momenti nei quali la libertà
personale e la consapevolezza di sé sono chiamate ad esprimersi in modo
particolarmente evidente. È forse anche per questo che, in un'epoca di rela-
tivismo e di conseguente attenuata consapevolezza del proprio essere, risulta
indebolita anche la pratica sacramentale. L'esame di coscienza ha un impor-
tante valore pedagogico: esso educa a guardare con sincerità alla propria
esistenza, a confrontarla con la verità del Vangelo e a valutarla con parametri
non soltanto umani, ma mutuati dalla divina Rivelazione. Il confronto con i
Comandamenti, con le Beatitudini e, soprattutto, con il Precetto dell'amore,
costituisce la prima grande « scuola penitenziale ».
2 Is 1, 18. 3 Cfr. Ap 21, 5.