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902 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
904 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
906 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Congregatio de Causis Sanctorum 909
910 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 911
912 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 913
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Congregatio de Causis Sanctorum 915
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Congregatio de Causis Sanctorum 917
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Congregatio de Causis Sanctorum 919
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Acta Francisci Pp. 847
La corruzione è un male più grande del peccato. Più che perdonato, questo
male deve essere curato.
La corruzione è diventata naturale, al punto da arrivare a costituire
uno stato personale e sociale legato al costume, una pratica abituale nelle
transazioni commerciali e finanziarie, negli appalti pubblici, in ogni nego-
ziazione che coinvolga agenti dello Stato. È la vittoria delle apparenze sulla
realtà e della sfacciataggine impudica sulla discrezione onorevole.
Tuttavia, il Signore non si stanca di bussare alle porte dei corrotti. La
corruzione non può nulla contro la speranza.
Che cosa può fare il diritto penale contro la corruzione? Sono ormai
molte le convenzioni e i trattati internazionali in materia e hanno prolife-
rato le ipotesi di reato orientate a proteggere non tanto i cittadini, che in
definitiva sono le vittime ultime - in particolare i più vulnerabili - quanto
a proteggere gli interessi degli operatori dei mercati economici e finanziari.
La sanzione penale è selettiva. È come una rete che cattura solo i pesci
piccoli, mentre lascia i grandi liberi nel mare. Le forme di corruzione che
bisogna perseguire con [la] maggior severità sono quelle che causano gravi
danni sociali, sia in materia economica e sociale - come per esempio gravi
frodi contro la pubblica amministrazione o l'esercizio sleale dell'amministra-
zione - come in qualsiasi sorta di ostacolo frapposto al funzionamento della
giustizia con l'intenzione di procurare l'impunità per le proprie malefatte
o [per] quelle di terzi.
Conclusione
La cautela nell'applicazione della pena dev'essere il principio che regge
i sistemi penali, e la piena vigenza e operatività del principio pro homi-
ne deve garantire che gli Stati non vengano abilitati, giuridicamente o in
via di fatto, a subordinare il rispetto della dignità della persona umana a
qualsiasi altra finalità, anche quando si riesca a raggiungere una qualche
sorta di utilità sociale. Il rispetto della dignità umana non solo deve operare
come limite all'arbitrarietà e agli eccessi degli agenti dello Stato, ma come
criterio di orientamento per il perseguimento e la repressione di quelle
condotte che rappresentano i più gravi attacchi alla dignità e integrità
della persona umana.
Cari amici, vi ringrazio nuovamente per questo incontro, e vi assicuro
che continuerò ad essere vicino al vostro impegnativo lavoro al servizio