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come « strumento di concordia e collaborazione, il Concordato si situa ora in
una società caratterizzata dalla libera competizione delle idee e dalla plurali-
stica articolazione delle diverse componenti sociali: esso può e deve costituire
un fattore di promozione e di crescita, favorendo la profonda unità di ideali e
di sentimenti, per la quale tutti gli italiani si sentono fratelli in una stessa
Patria ». Ed aggiungeva che nell'esercizio della sua diaconia per l'uomo « la
Chiesa intende operare nel pieno rispetto dell'autonomia dell'ordine politico e
della sovranità dello Stato. Parimenti, essa è attenta alla salvaguardia della
libertà di tutti, condizione indispensabile alla costruzione di un mondo degno
dell'uomo, che solo nella libertà può ricercare con pienezza la verità e aderirvi
sinceramente, trovandovi motivo ed ispirazione per l'impegno solidale ed
unitario al bene comune ». L'Accordo, che ha contribuito largamente alla
delineazione di quella sana laicità che denota lo Stato italiano ed il suo
ordinamento giuridico, ha evidenziato i due principi supremi che sono chia-
mati a presiedere alle relazioni fra Chiesa e comunità politica: quello della
distinzione di ambiti e quello della collaborazione. Una collaborazione moti-
vata dal fatto che, come ha insegnato il Concilio Vaticano II, entrambe, cioè
la Chiesa e la comunità politica, « anche se a titolo diverso, sono a servizio
della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane ».1 L'esperienza
maturata negli anni di vigenza delle nuove disposizioni pattizie ha visto,
ancora una volta, la Chiesa ed i cattolici impegnati in vario modo a favore
di quella « promozione dell'uomo e del bene del Paese » che, nel rispetto della
reciproca indipendenza e sovranità, costituisce principio ispiratore ed orien-
tante del Concordato in vigore.2 La Chiesa è consapevole non solo del con-
tributo che essa offre alla società civile per il bene comune, ma anche di ciò
che riceve dalla società civile, come afferma il Concilio Vaticano II: « chiun-
que promuove la comunità umana nel campo della famiglia, della cultura,
della vita economica e sociale, come pure della politica, sia nazionale che
internazionale, porta anche un non piccolo aiuto, secondo la volontà
di Dio, alla comunità ecclesiale, nelle cose in cui essa dipende da fattori
esterni ».3
Nel guardare al lungo divenire della storia, bisogna riconoscere che la
nazione italiana ha sempre avvertito l'onere ma al tempo stesso il singolare
privilegio dato dalla situazione peculiare per la quale è in Italia, a Roma, la
1 Cost. Gaudium et spes, 76. 2 Art. 1. 3 Cost. Gaudium et spes, 44.