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1194 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1196 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1200 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1214 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1220 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1222 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1223
1224 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 1225
1226 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 1227
1148 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Cari Confratelli,
l'esperienza del Sinodo ci ha fatto anche capire meglio che i veri difen-
sori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito;
non le idee ma l'uomo; non le formule ma la gratuità dell'amore di Dio e
del suo perdono. Ciò non significa in alcun modo diminuire l'importanza
delle formule: sono necessarie; l'importanza delle leggi e dei comandamenti
divini, ma esaltare la grandezza del vero Dio, che non ci tratta secondo i
nostri meriti e nemmeno secondo le nostre opere, ma unicamente secondo
la generosità illimitata della sua Misericordia.6 Significa superare le costanti
tentazioni del fratello maggiore7 e degli operai gelosi.8 Anzi significa valoriz-
zare di più le leggi e i comandamenti creati per l'uomo e non viceversa.9
In questo senso il doveroso pentimento, le opere e gli sforzi umani
assumono un significato più profondo, non come prezzo dell'inacquistabile
Salvezza, compiuta da Cristo gratuitamente sulla Croce, ma come risposta
a Colui che ci ha amato per primo e ci ha salvato a prezzo del suo sangue
innocente, mentre eravamo ancora peccatori.10
Il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne o
anatemi, ma è quello di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare
alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore.11
Il beato Paolo VI, con parole stupende, diceva: « Possiamo quindi pensare
che ogni nostro peccato o fuga da Dio accende in Lui una fiamma di più
intenso amore, un desiderio di riaverci e reinserirci nel suo piano di salvezza
[...]. Dio, in Cristo, si rivela infinitamente buono [...]. Dio è buono. E non sol-
tanto in sé stesso; Dio è - diciamolo piangendo - buono per noi. Egli ci ama,
cerca, pensa, conosce, ispira ed aspetta: Egli sarà - se così può dirsi - felice
il giorno in cui noi ci volgiamo indietro e diciamo: Signore, nella tua bontà,
perdonami. Ecco, dunque, il nostro pentimento diventare la gioia di Dio ».12
Anche san Giovanni Paolo II affermava che « la Chiesa vive una vita
autentica quando professa e proclama la misericordia […] e quando accosta
6 Cfr Rm 3, 21-30; Sal 129; Lc 11, 37-54. 7 Cfr Lc 15, 25-32. 8 Cfr Mt 20, 1-16. 9 Cfr Mc 2, 27. 10 Cfr Rm 5, 6. 11 Cr Gv 12, 44-50. 12 Omelia, 23 giugno 1968: Insegnamenti VI (1968), 1177-1178.