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Congregatio pro Episcopis 1223
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 1225
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 1227
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to perché privo di un aiuto che gli « corrisponda », che gli « stia di fronte »
(cf. Gn 2, 18.20) in un dialogo paritario. La donna partecipa, quindi, della
stessa realtà dell'uomo, rappresentata simbolicamente dalla costola, os-
sia della medesima carne, come si proclama nel canto d'amore dell'uomo:
« questa volta essa è veramente carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa »
( Gn 2, 23). I due diventano, così, « una carne sola » (cf. Gn 2, 24). Questa
realtà fondante dell'esperienza matrimoniale è esaltata nella formula della
reciproca appartenenza, presente nella professione d'amore pronunciata
dalla donna del Cantico dei Cantici. La formula ricalca quella dell'alleanza
tra Dio e il suo popolo (cf. Lv 26, 12): « il mio amato è mio e io sono sua…
io sono del mio amato e il mio amato è mio » ( Ct 2, 16; 6, 3). Significativo
è, poi, nel Cantico, l'intreccio costante della sessualità, dell'eros e dell'amo-
re, così come l'incontro della corporeità con la tenerezza, il sentimento,
la passione, la spiritualità e la donazione totale. Nella consapevolezza che
può esserci la notte dell'assenza e del dialogo interrotto tra lui e lei (cc.
3 e 5), permane, nondimeno, la certezza della potenza dell'amore contro
ogni ostacolo: « forte come la morte è l'amore » ( Ct 8, 6). La profezia biblica,
per celebrare l'alleanza d'amore tra Dio e il suo popolo, ricorrerà non solo
al simbolismo nuziale (cf. Is 54; Ger 2, 2; Ez 16), ma all'intera esperienza
familiare, come attesta in modo particolarmente intenso il profeta Osea.
La sua drammatica esperienza matrimoniale e familiare (cf. Os 1-3) diven-
ta segno della relazione tra il Signore e Israele. Le infedeltà del popolo
non cancellano l'amore invincibile di Dio che il profeta raffigura come un
padre, il quale guida e stringe a sé « con vincoli d'amore » il proprio figlio
(cf. Os 11, 1-4).
40. Nelle parole di vita eterna che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli,
con il suo insegnamento sul matrimonio e la famiglia, possiamo riconoscere
tre tappe fondamentali nel progetto di Dio. All'inizio, c'è la famiglia delle
origini, quando Dio creatore istituì il matrimonio primordiale tra Adamo ed
Eva, come solido fondamento della famiglia. Dio non solo ha creato l'essere
umano maschio e femmina (cf. Gn 1, 27), ma li ha anche benedetti perché
fossero fecondi e si moltiplicassero (cf. Gn 1, 28). Per questo, « l'uomo las-
cerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una
sola carne » ( Gn 2, 24). Questa unione, poi, ferita dal peccato, nella forma
storica del matrimonio all'interno della tradizione di Israele ha conosciuto
diverse oscillazioni: fra la monogamia e la poligamia, fra la stabilità e il