Prudens haec mulier Metis die XXV mensis Augusti anno MDCCCXVII divite
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della sua nascita la Chiesa è già « cattolica », universale. Essa parla fin dal-
l'inizio tutte le lingue, perché il Vangelo che le è affidato è destinato a tutti i
popoli, secondo la volontà e il mandato di Cristo risorto.11 La Chiesa che nasce
a Pentecoste non è anzitutto una Comunità particolare - la Chiesa di Geru-
salemme - ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli. Da
essa nasceranno poi altre Comunità in ogni parte del mondo, Chiese partico-
lari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La
Chiesa cattolica non è pertanto una federazione di Chiese, ma un'unica realtà:
la priorità ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunità che non
fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa.
A questo riguardo occorre aggiungere un altro aspetto: quello della visione
teologica degli Atti degli Apostoli circa il cammino della Chiesa da Gerusalem-
me a Roma. Tra i popoli rappresentati a Gerusalemme nel giorno di Pente-
coste, Luca cita anche gli « stranieri di Roma ».12 In quel momento Roma era
ancora lontana, « straniera » per la Chiesa nascente: essa era simbolo del mon-
do pagano in generale. Ma la forza dello Spirito Santo guiderà i passi dei
testimoni « fino agli estremi confini della terra »,13 fino a Roma. Il libro degli
Atti degli Apostoli termina proprio quando san Paolo, attraverso un disegno
provvidenziale, giunge alla capitale dell'impero e vi annuncia il Vangelo.14
Cosı̀ il cammino della Parola di Dio, iniziato a Gerusalemme, giunge alla
sua meta, perché Roma rappresenta il mondo intero ed incarna perciò l'idea
lucana della cattolicità. Si è realizzata la Chiesa universale, la Chiesa catto-
lica, che è il proseguimento del popolo dell'elezione e ne fa propria la storia e
la missione.
A questo punto, e per concludere, il Vangelo di Giovanni ci offre una
parola, che si accorda molto bene con il mistero della Chiesa creata dallo
Spirito. La parola uscita per due volte dalla bocca di Gesù risorto quando
apparve in mezzo ai discepoli nel Cenacolo, la sera di Pasqua: «Shalom -
pace a voi! ».15 L'espressione « shalom » non è un semplice saluto; è molto di
più: è il dono della pace promessa 16 e conquistata da Gesù a prezzo del suo
sangue, è il frutto della sua vittoria nella lotta contro lo spirito del male. È
dunque una pace « non come la dà il mondo », ma come solo Dio può darla.
11 Cfr Mt 28, 19. 12 At 2, 10. 13 At 1, 8. 14 Cfr At 28, 30-31. 15 Gv 20, 19.21. 16 Cfr Gv 14, 27.