ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Prudens haec mulier Metis die XXV mensis Augusti anno MDCCCXVII divite

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

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 Acta Benedicti Pp. XVI 367

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368

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 Acta Benedicti Pp. XVI 375

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale376

 Acta Benedicti Pp. XVI 377

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378

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 Acta Benedicti Pp. XVI 383

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384

 Acta Benedicti Pp. XVI 385

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386

 Acta Benedicti Pp. XVI 387

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 Acta Benedicti Pp. XVI 391

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392

 Acta Benedicti Pp. XVI 393

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale394

 Acta Benedicti Pp. XVI 395

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale396

 Acta Benedicti Pp. XVI 397

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale398

 Acta Benedicti Pp. XVI 399

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale400

 Acta Benedicti Pp. XVI 401

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale402

 Congregatio pro Doctrina Fidei 403

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale404

 Congregatio pro Episcopis 405

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale406

 Congregatio pro Episcopis 407

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale408

 Paenitentiaria Apostolica 409

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale410

 Diarium Romanae Curiae 411

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale412

 Diarium Romanae Curiae 413

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale414

 Diarium Romanae Curiae 415

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale416

Acta Benedicti Pp. XVI 367

ad Israele di diventare sua proprietà tra tutti i popoli, per essere segno della

sua santità.5 Secondo il Libro dell'Esodo, quell'antico patto fu accompagnato

da una terrificante manifestazione di potenza da parte del Signore: « Il monte

Sinai - vi si legge - era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore

nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte

tremava molto ».6 Gli elementi del vento e del fuoco li ritroviamo nella Pen-

tecoste del Nuovo Testamento, ma senza risonanze di paura. In particolare, il

fuoco prende forma di lingue che si posano su ciascuno dei discepoli, i quali

« furono tutti pieni di Spirito Santo » e per effetto di tale effusione « comincia-

rono a parlare in altre lingue ».7 Si tratta di un vero e proprio « battesimo » di

fuoco della comunità, una sorta di nuova creazione. A Pentecoste la Chiesa

viene costituita non da una volontà umana, ma dalla forza dello Spirito di

Dio. E subito appare come questo Spirito dia vita ad una comunità che è al

tempo stesso una e universale, superando cosı̀ la maledizione di Babele.8 Solo

infatti lo Spirito Santo, che crea unità nell'amore e nella reciproca accetta-

zione delle diversità, può liberare l'umanità dalla costante tentazione di una

volontà di potenza terrena che vuole tutto dominare e uniformare.

«Societas Spiritus », società dello Spirito: cosı̀ sant'Agostino chiama la

Chiesa in un suo sermone.9 Ma già prima di lui sant'Ireneo aveva formulato

una verità che mi piace qui ricordare: « Dov'è la Chiesa, là c'è lo Spirito di

Dio, e dov'è lo Spirito di Dio, là c'è la Chiesa ed ogni grazia, e lo Spirito è la

verità; allontanarsi dalla Chiesa è rifiutare lo Spirito » e perciò « escludersi

dalla vita ».10 A partire dall'evento di Pentecoste si manifesta pienamente

questo connubio tra lo Spirito di Cristo e il mistico Corpo di Lui, cioè la

Chiesa. Vorrei soffermarmi su un aspetto peculiare dell'azione dello Spirito

Santo, vale a dire sull'intreccio tra molteplicità e unità. Di questo parla la

seconda Lettura, trattando dell'armonia dei diversi carismi nella comunione

del medesimo Spirito. Ma già nel racconto degli Atti che abbiamo ascoltato,

questo intreccio si rivela con straordinaria evidenza. Nell'evento di Penteco-

ste si rende chiaro che alla Chiesa appartengono molteplici lingue e culture

diverse; nella fede esse possono comprendersi e fecondarsi a vicenda. San Luca

vuole chiaramente trasmettere un'idea fondamentale, che cioè all'atto stesso

5 Cfr Es 19. 6 Es 19, 18. 7 At 2, 4. 8 Cfr Gn 11, 7-9. 9 71, 19, 32: PL 38, 462.

10 Adv. Haer. III, 24, 1.