Prudens haec mulier Metis die XXV mensis Augusti anno MDCCCXVII divite
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale372
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale374
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale376
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale380
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale382
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale390
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale394
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale396
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale398
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale400
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale402
Congregatio pro Doctrina Fidei 403
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale404
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale406
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale408
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale410
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale412
Acta Benedicti Pp. XVI 379
IV
In sollemnitate Ss.mi Corporis et Sanguinis Domini.*
Cari fratelli e sorelle!
Dopo il tempo forte dell'anno liturgico, che incentrandosi sulla Pasqua si
distende nell'arco di tre mesi - prima i quaranta giorni della Quaresima, poi
i cinquanta giorni del Tempo pasquale -, la liturgia ci fa celebrare tre feste
che hanno invece un carattere « sintetico »: la Santissima Trinità, quindi il
Corpus Domini, e infine il Sacro Cuore di Gesù. Qual è il significato proprio
della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo? Ce lo dice la celebra-
zione stessa che stiamo compiendo, nello svolgimento dei suoi gesti fonda-
mentali: prima di tutto ci siamo radunati intorno all'altare del Signore, per
stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sarà la processione, cioè il
camminare con il Signore; e infine l'inginocchiarsi davanti al Signore, l'adora-
zione, che inizia già nella Messa e accompagna tutta la processione, ma cul-
mina nel momento finale della benedizione eucaristica, quando tutti ci pro-
streremo davanti a Colui che si è chinato fino a noi e ha dato la vita per noi.
Soffermiamoci brevemente su questi tre atteggiamenti, perché siano vera-
mente espressione della nostra fede e della nostra vita.
Il primo atto, dunque, è quello di radunarsi alla presenza del Signore. È
ciò che anticamente si chiamava « statio ». Immaginiamo per un momento che
in tutta Roma non vi sia che quest'unico altare, e che tutti i cristiani della
città siano invitati a radunarsi qui, per celebrare il Salvatore morto e risorto.
Questo ci dà l'idea di che cosa sia stata alle origini, a Roma e in tante altre
città dove giungeva il messaggio evangelico, la celebrazione eucaristica: in
ogni Chiesa particolare vi era un solo Vescovo e intorno a lui, intorno all'Eu-
caristia da lui celebrata, si costituiva la Comunità, unica perché uno era il
Calice benedetto e uno il Pane spezzato, come abbiamo ascoltato dalle parole
dell'apostolo Paolo nella seconda Lettura.1 Viene alla mente quell'altra cele-
bre espressione paolina: « Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né
libero; non c'è più uomo né donna, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù ».2
« Tutti voi siete uno »! In queste parole si sente la verità e la forza della
rivoluzione cristiana, la rivoluzione più profonda della storia umana, che si
* Die 23 Maii 2008. 1 Cfr 1 Cor 10, 16-17. 2 Gal 3, 28.