Prudens haec mulier Metis die XXV mensis Augusti anno MDCCCXVII divite
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la sua verità, ma rivela anche la lungimiranza con la quale il problema venne
affrontato. Di fatto, l'amore coniugale viene descritto all'interno di un pro-
cesso globale che non si arresta alla divisione tra anima e corpo né soggiace al
solo sentimento, spesso fugace e precario, ma si fa carico dell'unità della
persona e della totale condivisione degli sposi che nell'accoglienza reciproca
offrono se stessi in una promessa di amore fedele ed esclusivo che scaturisce
da una genuina scelta di libertà. Come potrebbe un simile amore rimanere
chiuso al dono della vita? La vita è sempre un dono inestimabile; ogni volta
che si assiste al suo sorgere percepiamo la potenza dell'azione creatrice di Dio
che si fida dell'uomo e in questo modo lo chiama a costruire il futuro con la
forza della speranza.
Il Magistero della Chiesa non può esonerarsi dal riflettere in maniera
sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il
matrimonio e la procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche oggi.
La verità espressa nell'Humanae vitae non muta; anzi, proprio alla luce delle
nuove scoperte scientifiche, il suo insegnamento si fa più attuale e provoca a
riflettere sul valore intrinseco che possiede. La parola chiave per entrare con
coerenza nei suoi contenuti rimane quella dell'amore. Come ho scritto nella
mia prima Enciclica Deus caritas est: « L'uomo diventa realmente se stesso
quando corpo e anima si ritrovano in intima unità... Non sono né lo spirito né
il corpo da soli ad amare: è l'uomo, la persona, che ama come creatura
unitaria, di cui fanno parte corpo e anima ».2 Tolta questa unità si perde il
valore della persona e si cade nel grave pericolo di considerare il corpo come
un oggetto che si può comperare o vendere.3 In una cultura sottoposta alla
prevalenza dell'avere sull'essere, la vita umana rischia di perdere il suo va-
lore. Se l'esercizio della sessualità si trasforma in una droga che vuole assog-
gettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi della
persona amata, allora ciò che si deve difendere non è più solo il vero concetto
dell'amore, ma in primo luogo la dignità della persona stessa. Come credenti
non potremmo mai permettere che il dominio della tecnica abbia ad inficiare
la qualità dell'amore e la sacralità della vita.
Non a caso Gesù, parlando dell'amore umano, si richiama a quanto ope-
rato da Dio all'inizio della creazione.4 Il suo insegnamento rimanda a un atto
gratuito con il quale il Creatore ha inteso non solo esprimere la ricchezza del
2 N. 5. 3 Cfr ibid. 4 Cfr Mt 19, 4-6.