Prudens haec mulier Metis die XXV mensis Augusti anno MDCCCXVII divite
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suo amore, che si apre donandosi a tutti, ma ha voluto anche imprimere un
paradigma sul quale l'agire dell'umanità deve declinarsi. Nella fecondità del-
l'amore coniugale l'uomo e la donna partecipano all'atto creativo del Padre e
rendono evidente che all'origine della loro vita sponsale vi è un « sı̀ » genuino
che viene pronunciato e realmente vissuto nella reciprocità, rimanendo sem-
pre aperto alla vita. Questa parola del Signore permane immutata con la sua
profonda verità e non può essere cancellata dalle diverse teorie che nel corso
degli anni si sono succedute e a volte perfino contraddette tra loro. La legge
naturale, che è alla base del riconoscimento della vera uguaglianza tra le
persone e i popoli, merita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare
anche il rapporto tra gli sposi nella loro responsabilità nel generare nuovi
figli. La trasmissione della vita è iscritta nella natura e le sue leggi perman-
gono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi. Ogni tentativo
di distogliere lo sguardo da questo principio rimane esso stesso sterile e non
produce futuro.
È urgente che riscopriamo di nuovo un'alleanza che è sempre stata fecon-
da, quando è stata rispettata; essa vede in primo piano la ragione e l'amore.
Un acuto maestro come Guglielmo di Saint Thierry poteva scrivere parole che
sentiamo profondamente valide anche per il nostro tempo: « Se la ragione
istruisce l'amore e l'amore illumina la ragione, se la ragione si converte in
amore e l'amore acconsente a lasciarsi trattenere entro i confini della ragione,
allora essi possono fare qualcosa di grande ».5 Cos'è questo « qualcosa di gran-
de » a cui possiamo assistere? È il sorgere della responsabilità per la vita, che
rende fecondo il dono che ognuno fa di sé all'altro. È frutto di un amore che sa
pensare e scegliere in piena libertà, senza lasciarsi condizionare oltre misura
dall'eventuale sacrificio richiesto. Da qui scaturisce il miracolo della vita che i
genitori sperimentano in se stessi, verificando come qualcosa di straordinario
quanto si compie in loro e tramite loro. Nessuna tecnica meccanica può
sostituire l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di un mistero
più grande che li vede protagonisti e compartecipi della creazione.
Si assiste sempre più spesso, purtroppo, a vicende tristi che coinvolgono
gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del
mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti. L'urgenza forma-
tiva, a cui spesso faccio riferimento, vede nel tema della vita un suo conte-
nuto privilegiato. Auspico veramente che soprattutto ai giovani sia riservata
5 Natura e grandezza dell'amore, 21, 8.