venerandae memoriae, die XVmensis Augusti anni MCMLXVII novam Romanae
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l'altra offre alla nostra attenzione alcune forti preoccupazioni per quanto
concerne il futuro stesso dell'uomo. La violenza, in non pochi casi, segna le
relazioni tra gli individui e i popoli; la povertà opprime milioni di abitanti; le
discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e
religiosi, spingono tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove
rifugio e protezione; il progresso tecnologico, quando non è finalizzato alla
dignità e al bene dell'uomo né ordinato ad uno sviluppo solidale, perde la sua
potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiu-
stizie già esistenti. Esiste inoltre una costante minaccia per quanto riguarda il
rapporto uomo-ambiente dovuto all'uso indiscriminato delle risorse, con ri-
percussioni sulla stessa salute fisica e mentale dell'essere umano. Il futuro
dell'uomo è poi posto a rischio dagli attentati alla sua vita, attentati che
assumono varie forme e modalità.
Dinanzi a questo scenario « sentiamo il peso dell'inquietudine, tormentati
tra la speranza e l'angoscia » 5 e preoccupati ci chiediamo: che ne sarà dell'u-
manità e del creato? C'è speranza per il futuro, o meglio, c'è un futuro per
l'umanità? E come sarà questo futuro? La risposta a questi interrogativi
viene a noi credenti dal Vangelo. È Cristo il nostro futuro e, come ho scritto
nella Lettera enciclica Spe salvi, il suo Vangelo è comunicazione che « cambia
la vita », dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il
futuro dell'umanità e dell'universo.6
San Paolo aveva ben compreso che solo in Cristo l'umanità può trovare
redenzione e speranza. Perciò avvertiva impellente e urgente la missione di
« annunciare la promessa della vita in Cristo Gesù »,7 « nostra speranza »,8 per-
ché tutte le genti potessero partecipare alla stessa eredità ed essere partecipi
della promessa per mezzo del Vangelo.9 Era cosciente che priva di Cristo,
l'umanità è « senza speranza e senza Dio nel mondo 10 - senza speranza
perché senza Dio ».11 In effetti, « chi non conosce Dio, pur potendo avere
molteplici speranze, in fondo è senza speranza, senza la grande speranza
che sorregge tutta la vita (Ef 2, 12) ».12
5 Cost. Gaudium et spes, 4. 6 Cfr n. 2. 7 2 Tm 1, 1. 8 1 Tm 1, 1. 9 Cfr Ef 3, 6.
10 Ef 2, 12. 11 Spe salvi, 3. 12 ivi, 27.