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delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e rispettare altre tradizio-
ni e sistemi filosofici e riconoscere ad ogni popolo e cultura il diritto di
farsi aiutare dalla propria tradizione nell'intelligenza del mistero di Dio
e nell'accoglienza del Vangelo di Gesù, che è luce per le culture e forza
trasformante delle medesime.
All'interno di questa complessa dinamica, ci poniamo l'interrogativo:
« Chi sono i destinatari privilegiati dell'annuncio evangelico? ». La risposta
è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi,
coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da
ricambiarti (cfr Lc 14, 13-14). L'evangelizzazione rivolta preferenzialmente
ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare: « Esiste un vincolo
inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli » (Esort.
ap. Evangelii gaudium, 48). Ciò dev'essere chiaro specialmente alle persone
che abbracciano la vita consacrata missionaria: con il voto di povertà si
sceglie di seguire Cristo in questa sua preferenza, non ideologicamente, ma
come Lui identificandosi con i poveri, vivendo come loro nella precarietà
dell'esistenza quotidiana e nella rinuncia all'esercizio di ogni potere per
diventare fratelli e sorelle degli ultimi, portando loro la testimonianza della
gioia del Vangelo e l'espressione della carità di Dio.
Per vivere la testimonianza cristiana e i segni dell'amore del Padre tra i
piccoli e i poveri, i consacrati sono chiamati a promuovere nel servizio della
missione la presenza dei fedeli laici. Già il Concilio Ecumenico Vaticano II
affermava: « I laici cooperino all'opera evangelizzatrice della Chiesa, parte-
cipando come testimoni e come vivi strumenti della sua missione salvifica »
( Ad gentes, 41). È necessario che i consacrati missionari si aprano sempre
più coraggiosamente nei confronti di quanti sono disposti a collaborare
con loro, anche per un tempo limitato, per un'esperienza sul campo. Sono
fratelli e sorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insita
nel Battesimo. Le case e le strutture delle missioni sono luoghi naturali
per la loro accoglienza e il loro sostegno umano, spirituale ed apostolico.
Le Istituzioni e le Opere missionarie della Chiesa sono totalmente poste
al servizio di coloro che non conoscono il Vangelo di Gesù. Per realizzare
efficacemente questo scopo, esse hanno bisogno dei carismi e dell'impegno
missionario dei consacrati, ma anche i consacrati hanno bisogno di una
struttura di servizio, espressione della sollecitudine del Vescovo di Roma
per garantire la koinonia, così che la collaborazione e la sinergia siano