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venne ad accadere qualcosa che causò « grande gioia ». Che cosa era dunque
successo? Narra l'Autore sacro che, per sfuggire alla persecuzione scoppiata a
Gerusalemme contro coloro che si erano convertiti al cristianesimo, tutti i
discepoli, tranne gli Apostoli, abbandonarono la Città santa e si dispersero
all'intorno. Da questo evento doloroso scaturı̀, in maniera misteriosa e prov-
videnziale, un rinnovato impulso alla diffusione del Vangelo. Fra coloro che si
erano dispersi c'era anche Filippo, uno dei sette diaconi della Comunità,
diacono come voi, cari Ordinandi, anche se in modalità certamente diverse,
poiché nella stagione irripetibile della Chiesa nascente, gli Apostoli e i diaconi
erano dotati dallo Spirito Santo di una potenza straordinaria sia nella predi-
cazione che nell'azione taumaturgica. Or avvenne che gli abitanti della loca-
lità samaritana, di cui si parla in questo capitolo degli Atti degli Apostoli,
accolsero unanimi l'annuncio di Filippo e, grazie alla loro adesione al Vange-
lo, egli poté guarire molti malati. In quella città della Samaria, in mezzo a
una popolazione tradizionalmente disprezzata e quasi scomunicata dai Giu-
dei, risuonò l'annuncio di Cristo che aprı̀ alla gioia il cuore di quanti l'accol-
sero con fiducia. Ecco perché dunque - sottolinea san Luca - in quella città
« vi fu grande gioia ».
Cari amici, questa è anche la vostra missione: recare il Vangelo a tutti,
perché tutti sperimentino la gioia di Cristo e ci sia gioia in ogni città. Che cosa
ci può essere di più bello di questo? Che cosa di più grande, di più entusia-
smante, che cooperare a diffondere nel mondo la Parola di vita, che comuni-
care l'acqua viva dello Spirito Santo? Annunciare e testimoniare la gioia: è
questo il nucleo centrale della vostra missione, cari diaconi che tra poco
diventerete sacerdoti. L'apostolo Paolo chiama i ministri del Vangelo « servi-
tori della gioia ». Ai cristiani di Corinto, nella sua Seconda Lettera, egli scrive:
«Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i colla-
boratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi ».4 Sono parole
programmatiche per ogni sacerdote. Per essere collaboratori della gioia degli
altri, in un mondo spesso triste e negativo, bisogna che il fuoco del Vangelo
arda dentro di voi, che abiti in voi la gioia del Signore. Allora solo potrete
essere messaggeri e moltiplicatori di questa gioia recandola a tutti, special-
mente a quanti sono tristi e sfiduciati.
4 2 Cor 1, 24.